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    Il frigo per i poveri

    L'ha inventato un indiano per porre rimedio al fatto che 400 milioni di suoi connazionali non hanno accesso alla rete elettrica

    Di Ludovico Tallarita
    Pubblicato il 2 Set. 2014 alle 17:30 Aggiornato il 10 Set. 2019 alle 23:26

    Nel 2001 Manshukh Prajapati era un piccolo imprenditore che fabbricava utensili di ceramica nella regione indiana del Gujarat, sulla costa occidentale del Paese.

    Quando il 26 gennaio di quell’anno un forte terremoto colpì la regione indiana uccidendo 20mila persone, la sua bottega venne parzialmente distrutta. Il fotografo di un giornale locale, che era lì per raccontare la tragedia, scattò una foto di alcuni dei vasi rotti prodotti da Prajapati. L’immagine venne poi pubblicata con la didascalia “il frigo dei poveri si è rotto”.

    Proprio la calamità naturale ha dato l’ispirazione a Prajapati per progettare un frigo di terracotta che non sfruttasse l’elettricità. In India 400 milioni di persone non hanno accesso alla rete elettrica e per molti di loro un frigorifero è un lusso che non si possono permettere.

    Dopo quattro anni di tentativi con diversi tipi di argilla, Prajapati ha perfezionato la tecnica e lanciato “Mitticool”, il primo frigorifero pensato apposta per la popolazione che vive al di sotto della soglia della povertà e che per funzionare ha bisogno solo dell’acqua.

    Gli sforzi di Prajapati sono stati recentemente riconosciuti anche dalla celebre rivista americana Forbes, che nel 2010 lo ha nominato tra i 7 imprenditori rurali più importanti in India.

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