Leggi TPI direttamente dalla nostra app: facile, veloce e senza pubblicità
Installa
Menu
  • Esteri
  • Home » Esteri

    Perché nelle fanfiction su Harry Potter si parla sempre più di autismo

    La saga cinematografica di "Harry Potter"

    La risposta è stata data dagli studiosi dell'università della California

    Di Rossella Melchionna
    Pubblicato il 3 Gen. 2019 alle 15:16 Aggiornato il 12 Set. 2019 alle 00:27

    L’autismo non è sinonimo di “diversità”. È il messaggio chiaro e tondo che arriva dall’universo delle fan fiction, le storie scritte dai fan che prendono spunto dalle vicende o dai protagonisti di un’opera originale. Secondo il sito The Conversation, infatti, molti autori di fan fiction inseriscono nei loro racconti personaggi che presentano disturbi del neurosviluppo. Soprattutto nelle opere ispirate a Harry Potter.

    Harry Potter e autismo

    Al di là di qualche esempio nel mondo del cinema e della tv – Dustin Hoffman in Rain Man e Julia in Sesamo apriti – ci sono ancora pochi casi in cui si parla liberamente di autismo, o meglio, di disturbi dello spettro autistico. Eppure se ci fossero più personaggi, dalla letteratura alla musica, questi sarebbero estremamente importanti: un ritratto accurato dell’autismo può aiutare le persone a comprendere la complessità di questa condizione. Le poche rappresentazioni, talvolta ingannevoli, incoraggiano la disinformazione e i pregiudizi.

    Il vuoto, dunque, provano a colmarlo i fan di un particolare libro, serie tv o film. Nel caso di Harry Potter gli studiosi dell’università della California, dal 2016, hanno notato come spesso ci siano personaggi inventati autistici o neurodiversi.

    La maggior parte delle storie è scritta da giovani che vanno ancora a scuola e che hanno fratelli, parenti o amici con il disturbo dello spettro autistico. E i protagonisti delle vicende narrate, di frequente, si confrontano con il bigottismo legato all’autismo e parlano delle proprie condizioni.

    Molti degli scrittori, inoltre, rappresentano l’autismo come una sorta di “magia” o abilità che, a Hogwarts, viene considerata speciale e persino vantaggiosa. In altri casi, l’autismo non è comunque rappresentato come un handicap o una sfida da superare.

    Harry Potter, però, non è l’unico terreno fertile per la creazione di storie alternative. Avviene anche in Star Treck, dove gli autori hanno immaginato una relazione omosessuale tra il capitano Kirk e Spock: i fan sono stati in grado di integrare trame e temi queer nell’universo fantascientifico di Gene Roddenberry in un momento in cui veniva dato poco spazio a questioni del genere.

    Leggi l'articolo originale su TPI.it
    Mostra tutto
    Exit mobile version