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    Animali in guerra: come alcune ONG cercano di salvare chi non può difendersi dalle bombe

    Di Almerico Bartoli
    Pubblicato il 16 Mar. 2022 alle 10:40 Aggiornato il 16 Mar. 2022 alle 10:52

    Oltre 3 milioni di persone hanno lasciato l’Ucraina dall’inizio della guerra in quello che le Nazioni Unite hanno definito l’esodo più grande di rifugiati dalla Seconda guerra mondiale. Ma non sono soltanto gli esseri umani a fuggire dalle bombe. Anche gli animali, pur non potendo comprendere a pieno ciò che accade, sentono molto bene che qualcosa non va e di essere in pericolo.

    Fortunatamente diverse organizzazioni si stanno attivando per accogliere gli animali sfollati in Ucraina. Jacub Kotowicz, un veterinario polacco dell’ADA Foundation ha un rifugio per animali a Przemysl, ad appena 30 minuti dal confine ucraino.

    Dall’inizio dei bombardamenti lui e molti altri veterinari non hanno più avuto un minuto per riposarsi a causa dell’enorme mole di animali in arrivo dall’Ucraina in cerca di un posto sicuro.

    “Molti arrivano disidratati. Alcuni gravemente malati,” ha detto alla CNN. “Non abbiamo bisogno di cibo ma di attrezzature, medicinali e finanziamenti per pagare i trasporti,” ci tiene a sottolineare.

    Anche Sasha Winkler, un ragazzo di 35 anni proveniente da Chemnitz in Germania, ha istituito un rifugio nella cittadina polacca di Medyka, vicina al confine meridionale dell’Ucraina, per ospitare  gli animali terrorizzati provenienti dalle zone di guerra.

    Sasha Winkler

    La sua organizzazione, la Aktiv Winkler, fornisce assistenza medica, cibo e attenzioni ai molti animali rimasti indietro nel conflitto che gli ucraini in fuga non hanno avuto altra scelta che abbandonare. Una volontaria danese dell’organizzazione, Sonja Mortense-Dissing, ha spiegato a Euronews che molti proprietari hanno lasciato delle lettere vicino ai loro cani nella speranza di potersi riunire un giorno a loro. “La situazione è molto difficile,” racconta con le lacrime agli occhi.

    L’organizzazione sta cercando di portare soccorso nelle principali città ucraine, aiutando le persone patentate a organizzarsi per recarsi in centri più piccoli dove poter consegnare il cibo agli animali.

    Secondo l’account Instagram di Winkler Aktiv, un team di loro volontari si trova in viaggio in questo momento verso Kiev dopo aver salvato sul percorso oltre 50 animali da un rifugio abbandonato a 300 chilometri dal confine tra Polonia e Ucraina.

    Anche uno zoo polacco si è attivato per accogliere gli animali – non solo domestici – coinvolti nella guerra. Lo zoo di Kiev ospita 4mila creature appartenenti a 200 specie, tra cui elefanti, cammelli e l’unico gorilla dell’Ucraina. Purtroppo per loro l’evacuzione ora è quasi impossibile, sostiene Kyrylo Trantin, il responsabile dello zoo. “Le scorte di cibo sono sufficienti per circa dieci giorni. La situazione è molto grave.”

    Toni, l’unico gorilla dell’Ucraina

    Ad oggi Romania, Repubblica Ceca, Lituania, Slovenia, Ungheria e Polonia hanno allentato le restrizioni sugli animali da compagnia, permettendo a molti rifugiati ucraini di portare con sé i loro animali domestici e la Commissione europea ha chiesto a tutti gli Stati membri di rendere più flessibile la documentazione richiesta per l’ingresso degli animali. Sebbene la mozione non sia ancora stata adottata uniltateralmente, molti Paesi europei stanno iniziando a implementare queste pratiche.

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