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    Guerra in Ucraina, le preoccupazioni dell’Oms sul Covid. “Pochi vaccinati, il virus circolerà di più”

    Di Marta Vigneri
    Pubblicato il 14 Mar. 2022 alle 09:19 Aggiornato il 14 Mar. 2022 alle 09:31

    L’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) si è detta preoccupata dalla possibilità che la guerra in Ucraina possa peggiorare la situazione sul fronte del Covid-19: il tasso di vaccinazione nel Paese è pari infatti al 34 per cento e rende la popolazione più vulnerabile al virus, che potrebbe circolare maggiormente nel corso dell’offensiva russa. “I casi aumenteranno senza ombra di dubbio”, ha dichiarato Mike Ryan, direttore esecutivo del programma Emergenze sanitarie dell’Oms.

    Anche se il numero di casi nella regione questa settimana è diminuito rispetto a quella precedente, c’è il rischio che le forme gravi di malattia e decessi possano continuare ad aumentare, il tutto in una situazione in cui le strutture sanitarie sono diventate in alcuni casi target militari: stando ai dati diffusi da Oms, Unicef e Unfpa ci sono stati fino a ieri 31 attacchi verificati presso le strutture sanitarie in Ucraina.

    Intanto, secondo le stime delle Nazioni Unite, il numero di rifugiati ha già superato quota 2,7 milioni e nei Paesi che confinano con l’Ucraina il tasso di vaccinazione è altrettanto basso: in Moldavia per esempio si attesta intorno al 29 per cento. Come osservato da Maria Van Kerkhove, referente tecnico per il Covid 19 dell’agenzia dell’Onu, “purtroppo il virus approfitterà della situazione per continuare a circolare”.

    Ma il Covid non è una preoccupazione per chi scappa e per le strutture di accoglienza che si prendono cura dei rifugiati, e com è ovvio non vi è alcun controllo di certificati e test negativi alla frontiera: la priorità è portarsi in salvo dalla guerra e aiutare i profughi in fuga. “Qui a Medyka (città della Polinia al confine con l’Ucraina, ndr) il Covid non è certamente una priorità. Né per noi, né per i rifugiati che arrivano”, ha dichiarato a Euronews il direttore della Urban Search and Rescue mission polacca. “Abbiamo a che fare con bambini che soffrono di ipotermia e ci occupiamo dei casi più urgenti perché possano continuare il loro viaggio”, ha aggiunto.

    Secondo i dati diffusi ieri dall’Oms e riportati dalla Cnn in Ucraina e nei Paesi limitrofi tra il 3 e il 9 marzo sono stati confermati 791.021 nuovi casi di Covid-19 e si sono registrati 8.012 decessi. Ryan ha invitato l’Europa e gli Stati che confinano con l’Ucraina, che stanno accogliendo la maggior parte dei rifugiati, ad affrontare il rischio sanitario con le misure adeguate, dai vaccini gratuiti ai tamponi. “Dobbiamo evitare la retorica dei rifugiati che scappano dalle guerre e che in qualche modo portano con sé malattie. L’Europa ha ancora a che fare con il Covid al momento, e deve far fronte alla situazione come fatto finora. Non saranno i rifugiati ucraini a cambiarla”.

    Secondo un report diffuso domenica, l’Oms ha acquistato terapie aggiuntive per il Covid 19 e raccomandato ai Paesi di accoglienza di avviare campagne di vaccinazione e monitorare la situazione sanitaria sia per quanto riguarda il Coronavirus che per le altre infezioni. L’Ungheria sta fornendo vaccini gratuiti ai rifugiati, il ministro della Sanità rumeno ha inviato team medici nelle strutture di accoglienza per effettuare test e offrire vaccini ai rifugiati ucraini. I vaccini sono gratuiti per gli ucraini anche in Moldavia e in Slovacchia. In un comunicato congiunto con Unicef e Unfpa, l’Oms ha chiesto alle autorità militari di porre fine agli attacchi sulle strutture sanitarie in Ucraina.
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