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    Come le fabbriche di troll russi usano i social (specie TikTok) per diffondere fake news sulla guerra

    Di Almerico Bartoli
    Pubblicato il 2 Mag. 2022 alle 16:01 Aggiornato il 3 Mag. 2022 alle 11:13

    Le operazioni di ‘trolling’ in rete della Russia stanno aumentando a dismisura e in maniera decentralizzata, trovando in TikTok un vasto bacino d’utenza attraverso messaggi di disinformazione mirati a seminare dubbi sugli avvenimenti in corso in Ucraina. L’avvertimento, raccolto dal quotidiano britannico Guardian, arriva direttamente dal Centro nazionale di ricerca USA per i social media.

    Darrenn Linvill, professore presso la Clemson Univerity nella Carolina del Sud, che segue l’operazione della fabbrica dei troll legata al Cremlino Internet Research Agency (IRA) dal 2017, sostiene che i post pubblicati online stanno diventando sempre più credibili.

    Dopo aver verificato la condivisione di messaggi e profili da parte di falsi ‘fact-checkers’ che amplificano la disinformazione online collegando gli stessi account a diverse piattaforme come Instagram, TikTok e Telegram, Linvill sostiene che ora le operazioni dell’IRA vengano condotte da diversi luoghi.

    Come ha rivelato anche il Foreign Office britannico citando alcune ricerche finanziate dal governo – non pubblicate – la Russia avrebbe pagato dei team allo scopo di “utilizzare Telegram per reclutare attivamente e coordinare nuovi sostenitori per colpire i profili social avversi al Cremlino, utilizzando tecniche di spam con commenti pro-Putin e pro-guerra”.

    Linvill sostiene che questa strategia è “molto simile a quelle osservate in precedenza dentro l’IRA, data la loro comprensione profonda del potere conferito dall’autenticità dei contenuti”.

    Domenica 1 maggio, le autorità del Regno Unito hanno annunciato di aver individuato un’ex fabbrica di San Pietroburgo ora utilizzata come base per le operazioni di ‘trolling’, dove “cyber soldati attaccano spietatamente i profili di politici e utenti di diversi Paesi, tra cui Inghilterra, Sud Africa e India”.  Secondo quanto riportato, gli obiettivi colpiti finora includono gli account social del premier britannico Boris Johnson, oltre a quelli di band e musicisti tra cui i Daft Punk, David Guetta e Dj Tiësto.

    Secondo il governo inglese, obiettivo dell’operazione russa è il reperimento di “contenuti credibili” pubblicati da utenti coerenti con i loro messaggi, per poi proseguire con l’amplificazione dei suddetti contenuti”.

    “Ciò significa che – presumendo che i contenuti pubblicati non siano troppo offensivi – diventa difficile che vengano sottoposti a interventi di de-platforming [venire oscurati dalla piattaforma – ndr]” ha riferito al Guardian un funzionario inglese.

    Come sottolineato anche dal ministro degli Esteri britannico Liz Truss, “non possiamo permettere al Cremlino e alle sue oscure fabbriche di troll di invadere i nostri spazi online con le loro menzogne sulla guerra illegale di Putin. Il governo britannico ha messo in allerta i partner internazionali e continuerà a monitorare attentamente le piattaforme mediatiche per minare i tentativi di sabotaggio dell’informazione della Russia”.

    Alessandra Bertelli, portavoce di TikTok Italia, ha dichiarato a TPI che la società sta “analizzando i risultati di questo rapporto e nel mentre continuiamo a rispondere alla guerra in Ucraina con sempre maggiori risorse di sicurezza e protezione, con l’obiettivo di rilevare possibili minacce e rimuovere contenuti che promuovono disinformazione dannosa. Collaboriamo inoltre con organizzazioni di fact checking indipendenti per supportare il nostro impegno a mantenere TikTok un luogo sicuro e autentico”.

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