Leggi TPI direttamente dalla nostra app: facile, veloce e senza pubblicità
Installa
Menu
  • Esteri
  • Home » Esteri

    Gli F-35 rimangono a terra

    Un guasto inatteso ha spinto il Pentagono a ordinare la sospensione di tutti i voli del nuovo caccia multiruolo

    Di Michele Teodori
    Pubblicato il 25 Feb. 2013 alle 07:31 Aggiornato il 12 Set. 2019 alle 11:46

    Gli F-35 rimangono a terra

    Venerdì scorso il Pentagono ha sospeso tutti i voli della sua flotta di jet da combattimento F-35, dopo che un’ispezione di routine a un jet nella base militare di Edwards, in California, ha rivelato una frattura nella turbina del reattore.

    In una breve dichiarazione scritta, il Pentagono ha detto che è troppo presto per conoscere l’impatto del problema appena scoperto. La sospensione delle operazioni di volo rimarrà in vigore fino a che un’indagine non chiarisca la causa principale del problema.

    L’ F-35 rappresenta un problema enorme per la crescita, già insostenibile, dei suoi costi e per le prestazioni mostruosamente deludenti”, ha detto l’esperto di politica di Difesa Winslow Wheeler.

    Il jet è il programma più costoso del Pentagono per un costo totale stimato di circa 400 miliardi di dollari (300 miliardi di euro). Il Pentagono prevede l’acquisto di oltre 2.400 F-35, ma alcuni membri del Congresso sono recalcitranti a causa del prezzo esorbitante del nuovo jet.

    Il governo italiano aveva ordinato inizialmente 131 di questi jet, il cui prezzo sarebbe lievitato fino a 150 milioni di euro l’uno. Il 15 febbraio 2012, il ministro della Difesa Giampaolo di Paola, tra le riduzioni di spesa del suo ministero, ha proposto tra i vari provvedimenti quello di diminuire l’acquisto di F-35 da 131 a 90 unità.

    L’Italia si aggiunge così a Canada e Danimarca tra i Paesi che per ragioni di austerity hanno diminuito il numero di velivoli da acquistare.

    Leggi l'articolo originale su TPI.it
    Mostra tutto
    Exit mobile version