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    Giocare a ping pong senza braccia

    Ibrahim Hamato le ha perse in un incidente 30 anni fa, ma questo non gli ha impedito di diventare uno dei migliori

    Di Matteo Colombo
    Pubblicato il 9 Ott. 2014 alle 09:41 Aggiornato il 10 Set. 2019 alle 22:19

    Ibrahim Hamato ha 40 anni e vive nella città egiziana di Damietta. Ha una moglie e una figlia.

    La sua carriera di sportivo è iniziata da adolescente, quando ha iniziato a praticare il suo sport preferito: il ping pong.

    A causa di un incidente ferroviario avvenuto più di 30 anni fa, ha perso l’uso di entrambe le braccia. Ciononostante, ha voluto continuare ad allenarsi per diventare un campione professionista.

    Così ha imparato a giocare tenendo la racchetta con la bocca per rispondere ai colpi degli avversari e a utilizzare la gamba per alzare la palla prima della battuta.

    La prima vittoria è arrivata nel 1991, al campionato paralimpico africano, ed è stata seguita da numerosi successi sia a livello locale che internazionale, incluso il quarto posto al campionato del mondo per disabili del 2006. Oggi è tra gli atleti paralimpici più forti di questa disciplina ed è diventato un simbolo per la federazione del tennis da tavolo, ma non è ancora soddisfatto della sua carriera.

    Nel 2014 l’Associazione internazionale di ping pong ha scelto di invitarlo a sfidare alcuni campioni a Tokyo. Durante questa manifestazione ha raccontato ai giornalisti di avere voluto superare gli scetticismi di chi pensava che non sarebbe stato in grado di giocarsela alla pari con atleti normodotati, disputando con loro partite molto combattute. Tra i suoi sfidanti c’erano il campione giapponese Jun Mitzutani, che aveva vinto il campionato giapponese a soli 17 anni.

    Nonostante sia riuscito a realizzare il suo sogno, Ibrahim continua a giocare e ad allenarsi in un piccolo club di ping pong nella città dove abita, nel nord dell’Egitto. Assieme a lui c’è la sua famiglia, che lo sostiene nella sua passione per il tennis da tavolo. Una presenza molto importante per questo atleta, che al termine dell’incontro di Tokyo ha dichiarato: “Il mio primo successo nella vita è avere una moglie che è sempre con me, il secondo è quello di riuscire a gioire per ognuno dei punti che riesco a fare”.

    Il suo motto è che “nulla è impossibile per chi lavora duramente” e Ibrahim ha deciso di raccontare la sua storia al mondo proprio per incoraggiare tutti quelli che pensano di non riuscire ad affrontare un compito troppo difficile. Il suo video ha raggiunto 2 milioni di visualizzazioni.

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