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    Rock, nazionalismo e Abenomics: ecco chi è Sanae Takaichi, la prima premier donna del Giappone

    Il presidente Usa Donald Trump ricevuto in Giappone dalla premier Sanae Takaichi. Credit: Piscina Kiyoshi Ota/SIPA / AGF

    Batterista metal, fan di gruppi iconici come Iron Maiden, Black Sabbath e Deep Purple e patita di moto e karate. Ma in politica si ispira a Margaret Thatcher e al suo mentore Shinzo Abe. La nuova premier della destra giapponese sfugge a facili etichette. E all'incontro con Trump promette "una nuova età dell’oro"

    Di Andrea Lanzetta
    Pubblicato il 28 Ott. 2025 alle 10:50 Aggiornato il 28 Ott. 2025 alle 10:50

    Quando era solo una bambina, Sanae Takaichi sognava «un castello» tutto suo. Oggi, a 64 anni, la prima premier donna nella storia del Giappone guida il governo di Tokyo, dove – per sua stessa ammissione – è stata chiamata a «togliere le castagne dal fuoco» al suo Partito liberal-democratico, al potere per quasi tutto il Dopoguerra.
    Appassionata di musica rock e metal, le piace cantare e in casa suona ancora la batteria. Patita di moto e karate, ha mosso i primi passi in politica seguendo a Washington una deputata statunitense, democratica e femminista. I suoi modelli però restano Margaret Thatcher e, anche dopo il suo assassinio, il suo mentore Shinzo Abe. Ma la sua biografia sfugge a facili etichette.

    “Una rosa cremisi”
    A differenza di altri politici giapponesi, Takaichi è cresciuta in una famiglia modesta a Yamatokoriyama, nella prefettura dell’antica capitale Nara, dove la madre Kazuko lavorava per il dipartimento di polizia locale e il padre Daikyu era impiegato in un’azienda di ricambi per auto affiliata alla Toyota. Sua madre, come ricorda il giornalista Eiji Oshita nella biografia “Sanae Takaichi: Patriottismo e Rock” uscita l’anno scorso in Giappone, le ripeteva sempre che doveva ispirarsi a una «rosa cremisi», mantenendo «la grazia femminile» con tutte «le spine». All’epoca però, scrisse la futura premier nel 1992, sognava «un castello» tutto suo. A scuola invece incontrò la sua prima grande passione: la musica.
    Già alle elementari, come ha raccontato ad agosto su Radio Tokyo FM, cominciò ad ascoltare i Black Sabbath. Poi alle medie iniziò a interessarsi ai Deep Purple e agli Iron Maiden. Allora suonava sia il basso che le tastiere, esibendosi anche in un gruppo. Ma fu al liceo che cominciò a suonare la batteria, prima per una cover band dei Rolling Stone e poi per un gruppo tutto al femminile che suonava brani degli Ufo e dei Rainbow. Una passione che non l’ha mai abbandonata: «Quando mi irritano le parole o il comportamento di mio marito, suono la batteria elettronica dopo che è andato a letto», ha rivelato. «Burn dei Deep Purple è un classico. Suono canzoni come questa per sfogarmi». Anche se il suo musicista preferito resta il giapponese Yoshiki, fondatore del gruppo progressive X Japan, di cui nel 2016 cantò anche la hit “Rusty Nail” in diretta tv. Ma oggi come allora la musica deve aiutarla a superare le frustrazioni.
    Malgrado fosse stata ammessa ai prestigiosi atenei privati di Keio e Waseda, a Tokyo, dopo essersi diplomata al liceo Unebi della prefettura di Nara, si iscrisse alla facoltà di economia dell’Università statale di Kobe, a una cinquantina di chilometri a ovest da casa, un tragitto che alla fine degli anni ‘70 prevedeva almeno sei ore al giorno tra autobus e treni. Come ammesso più volte da Takaichi infatti la famiglia riteneva più importante investire sull’istruzione del fratello minore e non vedeva di buon occhio un trasloco della figlia nubile, che lascerà la casa paterna solo da sposata.
    Dopo la laurea conseguita nel 1984 però, Takaichi riuscì a farsi ammettere al Matsushita Institute of Government & Management, dove si interessò di politica statunitense. Tanto che, con il patrocinio dell’ente di Chigasaki, si trasferì a Washington per seguire uno stage presso l’ufficio dell’allora deputata democratica del Colorado, Patricia Schroeder. All’epoca, come rivelato al New York Times da Andrea Camp, assistente della parlamentare e fervente femminista, Takaichi non mostrava interesse per le questioni militari o altri temi cari al mondo conservatore nipponico, preferendo approfondire i meccanismi interni al Congresso e la politica estera Usa e sviluppando una vera «passione» per il burro d’arachidi. Tornata due anni dopo in Giappone, fu assunta da Tele Asa per condurre un programma tv con la giornalista Renho Saito, che nel 2016 diventerà leader del defunto Partito Democratico, che fu il principale movimento di opposizione in Giappone. Passata l’anno successivo a Fuji tv, cominciò a scrivere libri e a farsi una reputazione di esperta di politica Usa e di agguerrita frequentatrice dei talk show. Poco dopo cominciò la sua faticosa ascesa in politica.

    “Madre di famiglia”
    Grazie ai risparmi per la pensione di suo padre, nel 1992 si candidò per la prima volta alla Camera alta del Parlamento giapponese: corse come indipendente per un seggio della prefettura di Nara ma perse per 25 voti. L’anno successivo però riuscì a vincere, sempre da indipendente, un seggio alla Camera bassa. Unitasi prima ai Liberali poi confluiti nel Nuovo Partito Progressista, con cui fu rieletta nel 1996, proprio quell’anno entrò nel Partito liberal-democratico, aderendo da subito alla fazione Seiwa Kai, la più conservatrice e revisionista (che anni dopo sarà guidata dal suo mentore Shinzo Abe). Eletta ininterrottamente in Parlamento, tranne per una breve parentesi tra il 2003 e il 2005, da allora ha ricoperto più volte incarichi di governo. Prima come viceministro al Commercio e poi come ministro. Il primo ad affidarle un ministero fu proprio Shinzo Abe nel 2006, che continuerà a puntare su di lei anche nel 2012, all’inizio del suo secondo mandato durato otto anni.
    Intanto era diventata una figura di spicco, il che coinvolse anche la sua sfera privata. Sposatasi nel 2004 con Taku Yamamoto, anch’egli viceministro Liberal-democratico, divorziò nel 2017, denunciando le «accese discussioni politiche in famiglia». La coppia però si risposò nel 2021, quando, con un gesto che fece scalpore, Yamamoto prese il cognome della moglie. «Ci alziamo presto la mattina e torniamo a casa tardi, ma cerchiamo di mangiare sempre insieme, anche se è tardi», raccontò la futura premier in un’intervista del 2006 a Fukui Tv. «Ha un lato giocoso e scatta foto quando viene servito del buon cibo», ha rivelato di recente il figlio Ken, anch’egli impegnato in politica. «È una donna e madre di famiglia».

    “Stella conservatrice”
    Tuttavia non ha mai difeso posizioni femministe, opponendosi apertamente a una proposta di legge che avrebbe consentito alle donne di mantenere il proprio cognome dopo il matrimonio. Grazie alla sua alleanza con Abe infatti, Takaichi è da sempre a favore dell’aumento delle spese militari e di una retorica nazionalista all’estero, di una revisione della Costituzione per ricostituire un esercito nazionale e di una politica economica basata su bassi tassi di interesse e stimoli pubblici. La futura premier fu tra i molti politici del suo partito a spingere Abe a ricandidarsi nel 2021 alla guida del movimento, un consiglio non seguito dal suo mentore, che prima di essere ucciso appoggiò invece la sua corsa alla leadership dei Liberal-democratici. «Takaichi è la vera stella dei conservatori», disse allora Abe della sua protetta, che però non riuscì a sconfiggere Fumio Kishida. Lei perse e lui fu assassinato: «Devo lavorare sodo da oggi», scrisse allora Takaichi sui social. «Altrimenti dovrò scusarmi con lui». Tanto che riproverà altre due volte a conquistare la guida del partito: prima nel 2024, perdendo al ballottaggio contro Shigeru Ishiba, e poi a settembre, quando ha sconfitto Shinjiro Koizumi, diventando poi un mese dopo la prima premier donna del Paese.
    «Il Giappone è tornato», è stato il messaggio diffuso in tutto il mondo, che riecheggia il “Make America Great Again” di Donald Trump. D’altra parte Takaichi ha subito definito «essenziale» il rafforzamento dell’alleanza tra Giappone e Usa, impegnandosi nel loro primo incontro a realizzare insieme «una nuova età dell’oro» e incassando il plauso del tycoon per l’aumento delle spese militari e l’accordo da 550 miliardi di dollari per ridurre i dazi imposti a Tokyo, da lei avversati. Da ammiratrice dell’ex premier britannica Margaret Thatcher e allieva di Shinzo Abe, la sua posizione conservatrice in politica interna dovrà infatti essere bilanciata da un orientamento pragmatico all’estero, soprattutto per far fronte all’approccio transazionale dell’attuale Casa bianca e non mettere a repentaglio i rapporti economici con la Cina e le relazioni politiche con Corea del Sud, Australia, Filippine e India. La decisione da leader del Partito di rinunciare a visitare il santuario Yasukuni di Tokyo, considerato dai vicini un simbolo del passato militarismo del Giappone, segna il primo passo in questa direzione. Le lusinghe a Trump, il secondo.

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