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    “Non si vedeva dai tempi del Vietnam”: La stampa Usa contro i bombardamenti israeliani sui civili

    Di Giulio Alibrandi
    Pubblicato il 22 Dic. 2023 alle 19:26

    “Non si vedeva dai tempi del Vietnam”: La stampa Usa contro i bombardamenti israeliani sui civili

    “Non si vedeva dai tempi del Vietnam”. Washington Post, New York Times e Cnn: la stampa statunitense continua a dare ampio spazio al racconto della devastazione che si abbatte quotidianamente su Gaza e alle critiche alla campagna militare israeliana. Nelle ultime ore le principali testate Usa hanno pubblicato inchieste che aprono più di un interrogativo sulla condotta israeliana nel conflitto mentre l’amministrazione Biden, principale alleato di Israele nell’operazione militare, chiede di contenere il bilancio, esorbitante, delle vittime civili.

    In una video-inchiesta pubblicata oggi, il New York Times ha detto di aver raccolto le “prove” che, come recita il titolo del pezzo, “Israele bombarda le aree in cui ha ordinato ai civili di andare”. Un’analisi di immagini satellitari della striscia mostra che Israele ha usato bombe da oltre 900 chili in un’area del sud della striscia che aveva designato come sicura. I giornalisti, con l’aiuto dell’intelligenza artificiale, hanno identificato 208 crateri. “Domande di questo tipo verranno esaminate in una fase successiva”, ha detto al quotidiano l’esercito israeliano, ribadendo che la priorità rimane quella di distruggere l’organizzazione responsabile degli attacchi del 7 ottobre scorso, Hamas.

    Un’analisi effettuata dalla Cnn ha identificato 500 crateri lasciati in tutta Gaza da questo genere di ordigni, “quattro volte più pesanti delle bombe più grandi che gli Stati Uniti hanno sganciato a Mosul, in Iraq, durante la guerra l’Isis”. Secondo gli esperti citati dall’emittente, gli eserciti occidentali fanno un uso limitato delle bombe da 900 chili (2.000 libbre) “a causa del loro potenziale impatto su aree densamente popolate come Gaza”. Questo non ha impedito agli Stati Uniti di fornire a Israele, solo da ottobre, più di 5.000 bombe Mk-84, un tipo di ordigno da 900 chili.

    “Bisognerebbe tornare alla guerra del Vietnam per fare un paragone”, ha detto Marc Garlasco, ex analista militare ed ex investigatore Onu. Secondo l’esperto, la densità dei bombardamenti nel primo mese di guerra “non si vedeva dai tempi del Vietnam”. “Anche in entrambe le guerre in Iraq non sono mai stati così densi”, ha aggiunto.

    Un’altra inchiesta pubblicata ieri dal Washington Post ha invece messo in dubbio uno dei principali risultati annunciati finora da Israele: lo smantellamento del presunto sistema di gallerie sotto all’ospedale di al-Shifa, la principale struttura sanitaria della striscia. L’analisi del WaPo di immagini open source, immagini satellitari e dei materiali rilasciati pubblicamente dall’esercito israeliano non ha corroborato l’asserzione dell’Idf che l’ospedale fosse un centro di comando di Hamas. In particolare l’analisi mostra che “le stanze collegate alla rete di tunnel scoperte dalle truppe dell’Idf non contenevano elementi immediati che indicassero un uso militare da parte di Hamas”, che “nessuna delle cinque strutture ospedaliere identificate [dal portavoce] Hagari sembrava essere collegata alla rete di tunnel” e che “non ci sono prove che sia possibile accedere ai tunnel dall’interno dei reparti ospedalieri”.

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