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    Gas, prezzi alle stelle dopo gli stop russi alle forniture: oggi +20%

    Credit: EPA/ANATOLY MALTSEV
    Di Marco Nepi
    Pubblicato il 16 Giu. 2022 alle 14:17

    Gas, prezzi alle stelle dopo gli stop russi alle forniture: oggi +20%

    Non si ferma la corsa del gas sui mercati europei, dopo i ripetuti tagli alle forniture di gas annunciati dalla Russia negli scorsi giorni. Ad Amsterdam, hub di riferimento a livello continentale, il prezzo stamattina è aumentato addirittura del 20 percento, arrivando a 145 euro al megawattora. In soli tre giorni, una crescita monstre del 75 percento, inncescata dagli annunci di Gazprom. Martedì il colosso energetico russo ha per la prima volta comunicato tagli del 40 percento alle forniture di gas tramite il gasdotto Nord Stream, che collega la Russia alla Germania. Un rallentamento attribuito, in quel caso, a un guasto a una delle turbine di pompaggio. Ieri l’annuncio di un altro taglio, dopo la disattivazione di un’altra turbina per ritardi nella manutenzione: in complesso la riduzione dei flussi attraverso Nord Stream è arrivata al 60 percento. Potrebbe però non essere tutto: oggi la Russia ha avvertito che i flussi di gas attraverso il gasdotto potrebbero essere interamente sospesi, a causa della mancanza di componenti per la manutenzione attribuita alle sanzioni. Lo ha dichiarato l’ambasciatore russo all’UE Vladimir Chizhov, che all’agenzia statale Ria Novosti ha osservato come uno stop completo sarebbe una “catastrofe” per la Germania.

    A questi tagli ieri si è aggiunta la riduzione del 15 percento delle forniture comunicata ieri all’Italia. In questo caso, da Gazprom inizialmente non sono arrivate spiegazioni per la decisione. La compagnia ha poi dichiarato a Eni che il taglio sarebbe dovuto agli stessi problemi che avrebbero colpito Nord Stream, nonostante la maggior parte del gas russo importato dall’Italia passi attraverso un altro gasdotto. Oggi Gazprom non ha erogato gas a sufficienza per compensare le forniture non inviate ieri: di fronte a una richiesta del 44 percento superiore da parte di Eni, in parte per recuperare il rallentamento di ieri, la compagnia russa ha dichiarato che potrà consegnare solo il 65 percento di quanto chiesto, per un totale di 32 milioni di metri cubi/giorno, di poco superiore ai valori di ieri.

    Sia l’Unione Europea che l’Italia in questi giorni stanno intensificando gli sforzi per diversificare le forniture energetiche e ridurre la dipendenza dal gas russo, dopo l’invasione dell’Ucraina lanciata quasi quattro mesi fa da Vladimir Putin.

    Proprio ieri Unione Europea, Israele e Egitto hanno firmato un accordo per l’esportazione di gas israeliano tramite gli impianti di liquefazione in Egitto, che consentiranno così di imbarcare la materia prima verso i mercati europei. Un’intesa definita “storico” dalla presidente della commissione europea Ursula von der Leyen, che in precedenza si è recata insieme a Mario Draghi in Israele per discutere di nuovi accordi sull’importazione di gas estratto nei giacimenti del Mediterraneo orientale.

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