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    La stampa francese boccia la vittoria di Macron: “Risultato storico dell’estrema destra”

    Di Marta Vigneri
    Pubblicato il 25 Apr. 2022 alle 12:25 Aggiornato il 25 Apr. 2022 alle 12:42

    “Per Macron una serata elettorale senza trionfo, segnata dal risultato storico dell’estrema destra e dal timore di un terzo turno politico e sociale”: il titolo di Le Monde all’indomani della vittoria di Emmanuel Macron al ballottaggio delle elezioni presidenziali riassume il quadro e il contesto del voto di ieri e – come la maggior parte della stampa d’oltralpe oggi – ridimensiona il risultato ottenuto dal Capo dell’Eliseo, rieletto con il 58,5 per cento dei consensi contro il 41,5 di Marine Le Pen. Sulla vittoria di Macron incombe infatti lo spettro delle elezioni legislative in programma a giugno, in cui il Congresso potrebbe tingersi dei colori del Ressemblement National e affidare il cosiddetto “terzo turno” a Marin Le Pen.

    Quello ottenuto ieri dalla candidata di estrema destra è infatti un risultato che, al netto della sconfitta, resta storico: nelle due precedenti elezioni presidenziali a cui aveva partecipato la leader di estrema destra non aveva mai ottenuto più del 40 per cento di voti. Le mappe del voto mostrano oggi che Le Pen è riuscita ad avanzare in tutto il Paese con più di 1000 i comuni in cui ha conquistato oltre 10 punti rispetto a cinque anni fa. Il risultato di Macron è invece più contenuto rispetto a quello del 2017, e secondo Le Monde “riduce i margini di manovra” del presidente.

    Il sentimento del principale quotidiano francese pervade anche i titoli degli altri giornali usciti oggi. Liberation, primo quotidiano di sinistra, sottolinea come il Presidente della Repubblica rieletto abbia vinto il secondo turno grazie “al fronte repubblicano che ha di nuovo sbarrato la strada a Marine Le Pen”.  Les Echos, quotidiano finanziario, osserva che il presidente rieletto “non avrà pace per quante sono le crisi da affrontare”: Ucraina, inflazione, pensioni sono i “pericoli del nuovo mandato di Macron”.

    Il sito di Ouest France, molto letto in Francia, propone poi quattro grafici che “relativizzano l’ampiezza della vittoria di Macron“. Il primo dato è quello del gap con Le Pen, che si è ridotto rispetto al 2017, poi la forte astensione, “un progetto che non seduce gli elettori” e le “misure più importanti che propone che non convincono”.  “Emmanuel Macron rieletto, la battaglia delle legislative è già iniziata”, titola poi Le Figaro, e aggiunge nel sottotitolo: “Gli avversari del capo dello Stato lanciano da subito un appello a organizzarsi per impedirgli di ottenere la maggioranza all’Assemblea Nazionale a giugno”.

    Nell’editoriale intitolato “E ora bisogna agire“, il direttore Alexis Brezet scrive che quella di Macron, rientrato “nel club molto chiuso dei presidenti della Quinta Repubblica eletti per un secondo mandato”, è solo in apparenza un’apoteosi. “Macron sembra avere tutte le carte buone” e “non si capisce come potrebbe non vincere le legislative”, ma queste “sono le apparenze e tutti sanno che sono lontane dalla realtà”. Secondo Brezet “la statua di marmo è un gigante dai piedi di argilla“. “Macron lo sa bene e ha subito manifestato la sua preoccupazione sulla necessità di unire: all’ora del suo trionfo non è mai stato così vulnerabile”, si legge nell’editoriale.

    A confermare i timori degli analisti un sondaggio realizzato dall’istituto Opinionway per CNews e Europe1 nelle ore successive alla rielezione di Macron, che evidenzia come il 63 per cento dei francesi non vuole che il rieletto presidente vinca le elezioni politiche di giugno e desidera che l’inquilino dell’Eliseo sia costretto a una “cohabitation”, e cioè ad avere un governo di un colore politico diverso. Il 63 per cento degli intervistati, si legge nel sondaggio riportato da Agi, “desidera che Macron non abbia una maggioranza parlamentare e che sia costretto a una coabitazione”. Solo il 35 per cento desidera invece che “disponga di una maggioranza all’Assemblea Nazionale e che possa dunque attuare la sua politica”. Insomma, nonostante l’ampia vittoria, per Macron la strada è tutta in salita.

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