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    La Francia espelle i migranti sieropositivi all’Hiv, protesta a Parigi

    La protesta dell'associazione Aides davanti alla sede dell'ufficio francese dell'immigrazione e dell'integrazione, a Parigi

    Nell'ultimo anno è triplicato il numero di persone sieropositive che si sono viste rifiutare il permesso di soggiorno per motivi di salute, rischiando di essere rimpatriate verso paesi non in grado di fornire cure adeguate

    Di Enrico Mingori
    Pubblicato il 15 Giu. 2018 alle 14:48 Aggiornato il 10 Set. 2019 alle 23:56

    La Francia è accusata di discriminazione nei confronti dei migranti sieropositivi al virus Hiv. Parigi tenderebbe a rifiutare i permessi di soggiorno a queste persone, esponendole al rischio di espulsione verso paesi che non sono in grado di fornire cure adeguate.

    A denunciarlo è l’associazione francese Aides, che si occupa proprio di lotta all’Aids.

    L’associazione ha organizzato giovedì 14 giugno 2018 una protesta simbolica davanti alla sede dell’ufficio francese dell’immigrazione e dell’integrazione, a Parigi: gli attivisti, vestiti a lutto, hanno inscenato una marcia funebre e si sono sdraiati davanti all’edificio.

    Secondo Aides, nell’ultimo anno è triplicato il numero di migranti sieropositivi che si sono visti rifiutare il permesso di soggiorno in Francia, rischiando l’espulsione verso paesi non in grado di fornire cure adeguate.

    Angolani, guineani, russi e georgiani sono le nazionalità più colpite.

    “Decine di persone, stranieri gravemente ammalati a causa dell’Hiv, si vedono rifiutata la richiesta di soggiorno mentre non possono curarsi nel paese di origine, andando incontro ad una morte certa”, denuncia Adeline Toulier, una delle responsabili dell’associazione.

    Aides accusa le autorità francesi anche di fornire a questi migranti risposte fuori luogo, tra cui “l’Hiv non necessita di assistenza sanitaria”.

    La normativa francese sui permessi di soggiorno per motivi di salute è cambiata negli ultimi anni.

    Il governo guidato dal premier Manuel Valls ha trasferito la competenza a pronunciarsi dal ministero della Sanità a quello dell’Interno.

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