Leggi TPI direttamente dalla nostra app: facile, veloce e senza pubblicità
Installa
Menu
  • Esteri
  • Home » Esteri

    Usa, l’Fda approva nuovo farmaco contro l’Alzheimer: è la prima volta in 20 anni

    Di Marta Vigneri
    Pubblicato il 7 Giu. 2021 alle 19:40 Aggiornato il 7 Giu. 2021 alle 20:03

    La Food and Drugs Administration (Fda) statunitense ha approvato l’utilizzo dell’Aduhelm – il cui nome scientifico è Aducanumab – un nuovo farmaco contro la sindrome di Alzheimer. Lo riferisce l’ente regolatore in una nota. L’autorizzazione era attesa con grande attenzione perché era dal 2003 che non veniva approvata una nuova terapia contro questa malattia neurodegenerativa.

    Il medicinale Aducanumab, prodotto dalla Biogen, prende di mira la causa scatenante dell’Alzheimer, e non i suoi sintomi come numerosi altri rimedi, rallentandone la progressione: il farmaco consiste in una terapia con anticorpi monoclonali che può essere iniettata per via endovenosa in pazienti con malattia di Alzheimer moderata.

    Aducanumab si lega a molecole presenti nelle placche amiloidi, riducendo così la corsa della patologia e consentendo alle persone di continuare a svolgere attività quotidiane come pulire casa e fare la spesa: il suo successo infatti è stato misurato non dal miglioramento cognitivo ma dal rallentamento del tasso di declino cognitivo.

    Tuttavia, dopo l’immissione in commercio, il farmaco – la cui reale efficacia è da anni al centro delle discussioni dei maggiori esperti – dovrà essere sottoposto ad altre verifiche da parte dell’azienda produttrice, perché i risultati della prima fase di sperimentazione sono stati giudicati incompleti. Per l’Fda Biogen dovrà condurre uno studio di follow-up sui pazienti per confermare i benefici.

    Ma ad oggi l’agenzia del farmaco ha spiegato di aver dato la sua approvazione valutando che si è di fronte a una malattia per la quale non esistono cure sufficienti e “i benefici per i pazienti con Alzheimer trattati con l’Aduhelm superano i rischi della terapia”.

     

     

    Leggi l'articolo originale su TPI.it
    Mostra tutto
    Exit mobile version