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    L’Fbi sblocca l’iphone dell’attentatore di San Bernardino senza l’aiuto di Apple

    La Apple, obbligata da un tribunale, si era rifiutata di creare un software che consentisse ai funzionari dell’Fbi di sbloccare l’iPhone di Syed Rizwan Farook

    Di TPI
    Pubblicato il 29 Mar. 2016 alle 12:35 Aggiornato il 12 Set. 2019 alle 03:07

    L’Fbi è riuscita a sbloccare l’iPhone dell’attentatore della strage di San Bernardino, in California, senza l’aiuto di Apple, ponendo fine a un lungo caso giudiziario. 

    La Apple, obbligata da un tribunale, si era rifiutata di creare un software che consentisse ai funzionari dell’Fbi di decriptare l’iPhone di Syed Rizwan Farook.

    Farook e la moglie erano i responsabili della morte di 14 persone a San Bernardino, in California, nel mese di dicembre del 2015. Poco dopo erano stati uccisi dalla polizia.

    L’Fbi aveva manifestato la necessità di accedere ai dati del telefono per determinare se gli attentatori avessero avuto dei complici. 

    La moglie di Tashfeen Malik, aveva promesso fedeltà al sedicente Stato Islamico sui social media, il giorno della sparatoria.

    La scorsa settimana, hanno detto i procuratori, “terzi” avevano dimostrato un possibile modo di sbloccare l’iPhone, senza la necessità di cercare l’aiuto di Apple. 

    In seguito alla notizia Apple ha ribadito di non essere in grado di sbloccare l’iphone, e anzi ha chiesto al governo di metterla al corrente di eventuali vulnerabilità del dispositivo riscontrate. 

    Eileen Decker, procuratore federale californiana, ha detto che l’aiuto è arrivato da parte di terzi, senza specificare da chi. Ha anche aggiunto che gli investigatori avevano preso “un solenne impegno con le famiglie delle vittime della sparatoria di San Bernardino”. 

    In risposta alla vicenda, Apple ha detto: “Fin dall’inizio abbiamo contestato la richiesta dell’Fbi di sbloccare l’iPhone perché abbiamo creduto che fosse sbagliato e che avrebbe costituito un precedente pericoloso”, e ha fatto sapere che continuerà ad aumentare la sicurezza dei suoi prodotti. 

    L’ordine del tribunale aveva scatenato un acceso dibattito su privacy e sicurezza e molti colossi tecnologici si erano schierati a favore del rifiuto di collaborare di Apple, tra cui Google, Microsoft e Facebook.

    — LEGGI LA VICENDA: Perchè Apple non vuole che l’Fbi decripti un suo iphone

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