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    Separati a causa di una guerra già finita

    Duecento membri di famiglie separate dalla guerra nel 1953 avranno modo di rivedere i propri cari in un raro incontro autorizzato dai governi delle due Coree

    Di Sabika Shah Povia
    Pubblicato il 8 Set. 2015 alle 15:45 Aggiornato il 10 Set. 2019 alle 20:20

    È una striscia di terra lunga 250 chilometri e larga quattro – l’ultimo ricordo tangibile del periodo della Guerra fredda. La Zona demilitarizzata coreana, paradossalmente il confine più militarizzato al mondo, non separa soltanto Corea del Nord e Corea del sud, ma anche fratelli e sorelle, padri e figli.

    La guerra tra le due Coree è finita nel 1953. Molte famiglie si sono separate pensando che sarebbero state lontane solo pochi giorni, il tempo di firmare un accordo, ma non si sono mai più riviste.

    I loro governi gli hanno proibito di scambiarsi lettere, telefonate ed email. Alcuni non sanno neanche se i loro parenti dall’altro lato del confine sono ancora vivi.

    Adesso, 200 persone appartenenti a famiglie divise alla fine della guerra avranno l’opportunità di rivedere i loro cari, o anche incontrarli per la prima volta.

    La Corea del Nord e la Corea del Sud stanno infatti organizzando un incontro per queste famiglie, separate dal 1953. Gli incontri erano cominciati nel 1988 con cadenza annuale, ma sono diventati sempre più rari a causa delle tensioni nella penisola. All’epoca erano oltre 129mila i coreani che si erano registrati come membri di famiglie separate. Ad oggi ne resterebbero in vita soltanto 66mila. L’incontro di quest’anno avverrà ad un anno e mezzo di distanza dall’ultimo e si terrà dal 20 al 26 ottobre in un resort situato sul Monte Kumgang, in Corea del Nord.

    Approfittando dei periodi di relativa quiete, più di 22mila coreani sono riusciti a partecipare a brevi incontri con i propri parenti del lato opposto: oltre 18mila lo hanno fatto di persona, e il restante tramite video. Nessuno inoltre ha avuto una seconda opportunità di rivedersi – riporta la Croce Rossa Coreana, che gestisce la logistica degli incontri.

    Migliaia di persone fanno domanda all’organizzazione per partecipare. I richiedenti in genere hanno tra i 70 e gli 80 anni e sognano di riuscire a riabbracciare i propri cari prima della morte. Di questi, un computer ne seleziona 500 in modo casuale, tenendo conto delle loro età e del loro contesto familiare. La Croce Rossa intervista i candidati ed effettua gli esami medici per assicurarsi che siano idonei a viaggiare, portando la lista a quota 250. Poi verifica se i parenti dei prescelti siano ancora in vita, prima di presentare la lista definitiva di 200 persone – cento provenienti da ciascuna Corea.

    La Corea del Sud da anni spinge per incontri più regolari e chiede l’aumento del numero dei partecipanti, ma la Corea del Nord sembra temere che una maggiore libertà di movimento all’interno della penisola e interazioni tra le due popolazioni potrebbero esporre i suoi abitanti ad influenze esterne e costituire una minaccia per il regime militare del Leader Supremo Kim Jong-un.

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