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    Intera famiglia uccisa dal caldo: dai loro smartphone emerge la verità sulla tragedia

    Di Redazione TPI
    Pubblicato il 21 Feb. 2022 alle 09:12 Aggiornato il 21 Feb. 2022 alle 09:13

    Lo scorso 15 agosto un’intera famiglia è morta nel deserto della Sierra Nevada a causa dal caldo e della disidratazione. A distanza di mesi la polizia ha accertato come sono andate le cose. A dare una grossa mano foto, telefonate ed sms mai partiti per mancanza di campo. Una tragedia annunciata: la famiglia, composta da padre, madre e bambina di 1 anno e un cane il 15 agosto 2021 decise di avventurarsi nel deserto della Sierra Nevada, in un sentiero tutto esposto al sole e senza vegetazione, con solo due litri e mezzo di acqua. Le vittime, Jonathan Gerrish, sua moglie Ellen Chung, la figlia di un anno Aurelia e il cane Oski, furono ritrovate 24 ore dopo la denuncia di scomparsa fatta dalla baby sitter che non li aveva visti rientrare. Al momento del ritrovamento erano state avanzate varie piste: eliminata l’ipotesi di un fulmine e della violenza fisica, si era pensato al gas tossico di una miniera abbandonata, all’acqua contaminata da alghe altrettanto tossiche di un fiume vicino, al suicidio, all’uso di alcol o droghe. Poi in ottobre la conclusione preliminare: caldo eccessivo e probabile disidratazione. Ma solo i dati estratti dal cellulare hanno consentito agli investigatori di ricreare il tragitto della famiglia, i tempi dei loro spostamenti e le disperate, vane richieste d’aiuto quando la coppia aveva capito di essere finita in una trappola. Video e foto, selfie compresi, documentano le prime ore spensierate lungo il sentiero e poi la tragedia:

    7.44: breve video all’inizio del sentiero
    8.00: foto del sentiero
    9.00: foto del fiume
    9.35: foto del fiume e di loro insieme
    10.00: selfie della famiglia
    10.16: altro selfie familiare
    10.29: foto di un torrente
    11.56: invio di un sms: “…puoi aiutarci. Siamo sul Savage Lundy Trail diretti verso Hites trail. No acqua. Molto calore, con la bambina”. Ma il messaggio non parte, non c’è ricezione.
    12.09: tentativo di chiamata.
    12.25: foto del posto dove si trovano (forse voleva mandarlo con un sms per dare posizione, ndr)
    12.35: altro tentativo di telefonare
    12.36: due tentativi di chiamata sempre verso numeri non collegati al 911 (servizio emergenza,ndr)

    La temperatura iniziale era di 24 gradi, salvo poi salire rapidamente fino a 43 gradi lungo un percorso in salita di quasi 7 chilometri, con un dislivello di 600 metri. Cinque i tentativi di chiamata (non verso il 911, il numero di emergenza negli Stati Uniti) nel giro di 27 minuti, poco dopo mezzogiorno, e uno per un sms: nessuno è arrivato a destinazione per la mancanza di campo. E per la famiglia non c’è stata via di scampo…

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