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    Falso allarme

    Fallisce il tentativo del segretario di Stato americano di far ripartire i colloqui di pace tra Palestina e Israele

    Di Marina Tondo
    Pubblicato il 19 Lug. 2013 alle 14:51 Aggiornato il 10 Set. 2019 alle 23:00

    Le forti speranze del segretario di Stato USA John Kerry di far ricominciare i negoziati di pace arabo-israeliani dopo tre anni di stallo, sembrano oggi nuovamente disilluse.

    Nonostante un inizio positivo che sembrava potesse far tornare il presidente palestinese Abbas e il primo ministro israeliano Netanyahu al tavolo delle trattative, il gap sulle precondizioni richieste non è stato colmato.

    Il governo palestinese insiste – prima di ricominciare a parlare di negoziati – sul riconoscimento dei confini pre 1967 e sulla fine della colonizzazione della Cisgiordania e di Gerusalemme Est.

    Il governo israeliano – della cui coalizione fanno parte partiti favorevoli alla continuazione della “settlements policy” nei territori occupati – non vuole acconsentire a concedere precondizioni di alcun genere.

    Il piano di Kerry è stato rifiutato, nonostante abbia ricevuto ieri l’approvazione del ministro degli esteri della Lega Araba. A Ramallah, dopo colloqui durati ore, la leadership palestinese ha dichiarato che non ci sono ancora le condizioni sufficienti per riaprire le trattative con Israele, ma si dichiara disponibile a continuare le discussioni con Kerry.

    Prima di rientrare negli USA il segretario di Stato parlerà oggi con entrambe le parti per cercare di colmare il divario, ma al momento – secondo quanto riportato da un portavoce di Kerry – “non è pianificata alcuna dichiarazione per annunciare la ripresa delle negoziazioni”.

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