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    Energia, i leader UE raggiungono l’accordo ma la decisione sul price cap è rinviata. Draghi: “È andata bene”

    Credit: ANSA/ CHIGI PALACE PRESS OFFICE/ FILIPPO ATTILI
    Di Marco Nepi
    Pubblicato il 21 Ott. 2022 alle 09:26 Aggiornato il 21 Ott. 2022 alle 09:45

    Energia, i leader UE raggiungono l’accordo ma la decisione sul price cap è rinviata. Draghi: “È andata bene”

    Continua l’odissea del price cap. Dopo una riunione del consiglio europeo durata quasi dodici ore, i 27 capi di stato e di governo hanno deciso di rinviare la decisione sul tetto ai prezzi dell’energia alla commissione europea e al vertice dei ministri europei dell’Energia, che si riuniranno martedì prossimo. Nell’intesa arrivata nella notte, i leader hanno chiesto alla commissione e ai ministri di adottare “decisioni concrete” sul price cap, senza prendere una decisione finale sulla misura osteggiata da paesi come Germania e Paesi Bassi. Le proposte da valutare comprendono un “corridoio ai prezzi dinamico temporaneo sulle transazioni di gas naturale”, per “limitare immediatamente” i picchi di prezzo, e un tetto massimo sul gas utilizzato per generare elettricità (una estensione del modello spagnolo): entrambi gli strumenti dovranno essere temporanei.

    “È andata bene”, ha commentato Mario Draghi lasciando il vertice, in cui aveva chiesto maggiori sforzi sui prezzi. “Ci viene chiesto di mostrare solidarietà nella condivisione dell’energia, ma non c’è solidarietà sulle nostre richieste di contenimento dei prezzi”, avrebbe detto ai suoi colleghi il presidente del Consiglio uscente, secondo una fonte UE citata da Reuters.

    “C’è una forte determinazione, condivisa all’unanimità, ad agire insieme come europei per raggiungere tre obiettivi: abbassare i prezzi, garantire la sicurezza dell’approvvigionamento e continuare a lavorare per ridurre la domanda”, ha spiegato il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel. “Ora abbiamo una roadmap solida per continuare a lavorare sul tema dei prezzi dell’energia”, ha aggiunto von der Leyen ricordando che “le prime proposte concrete potranno essere analizzate già la prossima settimana dai ministri dell’Energia”.

    Di un “buon segnale di solidarietà” ha parlato il cancelliere tedesco Olaf Scholz, il quale ha ricordato che le proposte torneranno sul tavolo del consiglio europeo se i ministri dell’Energia non raggiungeranno un accordo “unanime”. “Abbiamo stabilito delle linee guida precise lungo le quali i ministri dell’Energia possono elaborare, all’unanimità, i dettagli concreti”, ha detto. Nelle scorse settimane la Germania aveva espresso il timore che un limite ai prezzi potesse disincentivare i risparmi energetici e allontanare i fornitori. “Spero ovviamente che i ministri riescano a trovare un accordo unanime”, ha aggiunto Scholz.

    Durante il vertice, i leader hanno anche confermato le proposte della commissione riguardanti l’acquisto congiunto di gas (con il vincolo obbligatorio per il 15% degli stoccaggi) e la creazione all’inizio del 2023 di “un nuovo benchmark complementare che rifletta in modo più accurato le condizioni del mercato del gas”. Inoltre, per quanto riguarda la proposta per il tetto ai prezzi elettrici, questa dovrà comprendere “un’analisi costi e benefici” e prevenire “un aumento del consumo di gas”.

    Riguardo l’economia, la possibilità di ricorrere all’’emissione di debito comune per adesso rimane solo sullo sfondo. I capi di stato e di governo hanno affermato che l’UE dovrebbe “mobilitare” gli strumenti sia a livello nazionale che a livello dell’UE per sostenere le proprie economie, con soluzioni europee comuni “ove appropriato“. Un linguaggio più sfumato rispetto a quello contenuto in precedenti bozze delle conclusioni. Il comunicato finale chiede inoltre di preservare “la competitività globale” dell’Europa “mantenendo condizioni di parità e l’integrità del mercato unico”.

    “Al momento non è sul tavolo un nuovo strumento di debito comune, non ci serve. E quando servirà abbiamo già gli strumenti che potranno essere adattati. Inoltre ci sono ancora i fondi non utilizzati del 2020”, ha spiegato il presidente francese Emmanuel Macron. “Il focus è sui fondi che già abbiamo ma sul nuovo debito vediamo che si puo’ fare…”, ha detto invece Olaf Scholz.

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