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    Elezioni Sierra Leone: si andrà al ballottaggio

    Credit: Afp

    Il paese africano che si appresta a eleggere un nuovo presidente sta attraversando un periodo molto delicato, segnato da una profonda crisi economica, da un’epidemia di Ebola e da inondazioni che hanno colpito centinaia di migliaia di persone

    Di Gianluigi Spinaci
    Pubblicato il 14 Mar. 2018 alle 11:07 Aggiornato il 10 Set. 2019 alle 10:59

    Il 7 marzo 2018 si sono tenute le elezioni in Sierra Leone con cui verrà eletto un nuovo presidente, dopo la scadenza del secondo mandato di Ernest Bai Koroma, che ricopre la carica da oltre 10 anni.

    Più di 3,1 milioni di elettori sono stati registrati per votare. La Commissione elettorale non ha fornito dati riguardo l’affluenza, ma il giorno del voto lunghe file di elettori hanno atteso pazientemente il loro turno davanti ai seggi.

    Dopo il voto la Commissione ha chiesto ai cittadini di “avere pazienza” rispetto ai tempi delle operazioni di scrutinio.

    In Sierra Leone, generalmente l’esito delle elezioni si conosce due o tre giorni dopo il voto.

    Secondo il National Election Watch (NEW), organizzazione comporta da membri locali e internazionali che ha impiegato oltre 10mila osservatori in occasione della tornata elettorale, nessuno dei candidati alle elezioni presidenziali raggiungerà la soglia del 55 per cento richiesta per essere dichiarato vincitore assoluto e dunque si dovrà procedere al ballottaggio.

    La Commissione elettorale della Sierra Leone ha annunciato che il secondo turno si terrà il 27 marzo.

    NEW sostiene di avere prove empiriche riguardo a questa proiezione, ma “riconosce che il conteggio dei risultati è in corso in tutto il paese e quindi esorta tutti i cittadini e i partiti politici ad attendere pazientemente che la Commissione elettorale annunci i risultati ufficiali certificati”.

    Dopo la proiezione dei tre quarti dei voti scrutinati, il principale candidato dell’opposizione, Julius Maada Bio, è in testa con il 43,3 per cento davanti al candidato del partito di governo Samura Kamara, fermo al 42,6 per cento.

    Gli altri due principali candidati, Kandeh Yumkella e Samuel Sam-Sumana, hanno ottenuto finora rispettivamente il 7 e il 3,4 per cento dei voti.

    Il Partito popolare della Sierra Leone (SLPP), forza di opposizione, ha denunciato di aver subito nella serata del 7 marzo un tentativo di irruzione da parte della polizia.

    L’SLPP ha anche dichiarato di avere informazioni attendibili che l’APC (All People’s Congress), il partito di governo uscente, sta cercando di fare pressione sul processo elettorale dando cifre falsificate e aprendo la strada alla dichiarazione della vittoria del suo candidato.

    Gli osservatori inviati dall’Unione europea hanno commentato favorevolmente la “buona organizzazione” del voto.

    Secondo il capo della missione, Jean Lambert, “gli elettori hanno avuto una vera scelta tra i partiti, in uno spettro politico più ampio”.

    Tuttavia, Lambert ha sottolineato che “molti atti di intimidazione e violenza contro candidati e attivisti hanno pesato sul processo elettorale”.

    Il capo della missione Ue  ha comunque invitato ad accettare i risultati stabiliti dalla Commissione elettorale del paese.

    Negli ultimi anni, la Sierra Leone sta attraversando un periodo molto delicato, segnato da una profonda crisi economica, da un’epidemia di Ebola e da inondazioni che hanno colpito centinaia di migliaia di persone, portando, nel 2015, a un crollo del Pil pari al 20,5 per cento.

    La Sierra Leone è una terra ricca di diamanti, che hanno alimentato la sanguinosa guerra civile iniziata nel 1991 e terminata nel 2002, provocando la morte di 120mila persone e centinaia di migliaia di profughi.

    Sono stati oltre 3 milioni gli elettori registrati che si sono recati alle urne.

    I principali candidati alla presidenza erano l’ex ministro degli Esteri, Samura Kamara, candidato del partito di governo All People’s Congress (APC) e il principale esponente dell’opposizione, il generale Julius Maada Bio, ex capo di Stato maggiore del paese e candidato per il partito popolare della Sierra Leone (SLPP).

    Gli outsider, invece, erano l’ex membro dell’APC, Mohamed Kamaraimba Mansaray, passato al partito Democratico dell’Alleanza (ADP) e l’ex vicepresidente Samuel Sam Sumana, che si è presentato per il partito Coalition for Change (C4C).

    Ci sono poi l’ex funzionario dell’Onu, Kandeh Yumkella, candidato per il partito National Grand Coalition (NGC) e l’imprenditore locale, Musa Tarawally, candidato per il Citizens Democratic Party (CDP).

    Il presidente uscente Koroma ha espresso il proprio sostegno a Kamara, facendo campagna elettorale attiva a favore del candidato del proprio partito.

    Uno dei temi centrali della campagna elettorale è stato quello del ruolo delle aziende nigeriane, sempre più presenti nell’economia della Sierra Leone.

    SLPP e NGC hanno accusato l’APC di aver venduto alla Nigeria l’economia del paese e hanno proposto di limitare il business straniero in Sierra Leone.

    Kamara, candidato presidente dell’APC, ha invece detto che nessun nigeriano controlla l’economia del paese e che la Nigeria è stato un partner importante per la crescita della Sierra Leone.

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