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    Elezioni Israele 2019 sondaggi: testa a testa tra Likud di Netanyahu e Blu e Bianco di Gantz

    Di Laura Melissari
    Pubblicato il 16 Set. 2019 alle 10:07 Aggiornato il 16 Set. 2019 alle 11:06

    Elezioni Israele 2019 sondaggi: testa a testa tra Likud di Netanyahu e Blu e Bianco di Gantz

    Cosa dicono i sondaggi per le elezioni 2019 in Israele? Ormai mancano poche ore al voto, e la posizione di Benjamin Netanyahu, già quattro volte premier dello Stato ebraico, è a rischio. Secondo gli ultimi sondaggi infatti, vi è un sostanziale testa a testa tra il leader di Likud, Netanyahu, e il candidato di Blu e Bianco, Benny Gantz. Domani, martedì 17 settembre, i cittadini israeliani sono chiamati alle urne a brevissima distanza dalle elezioni del 9 aprile 2019. In quelle elezioni, la sostanziale parità tra i due partiti più votati, fece sì che non si riuscì a trovare nessuna maggioranza in Parlamento per sostenere un governo. La Knesset venne sciolta il 30 maggio e furono convocate le elezioni anticipate per il 17 settembre.

    Secondo la media dei sondaggi pubblicata da Haaretz, che tiene in considerazione i principali istituti di sondaggi per i vari media del paese, anche questa volta si prefigura una sostanziale parità:

    Likud e Kahol Lavan (Blu e Bianco) sono dati rispettivamente a 32 seggi. Segue l’alleanza dei partiti arabo-israliani, che unisce Balad, Hadash, Ta’al e Lista Araba Unita, con 10,5 seggi. Quarto posto, con 9.5 seggi, per Israel Beiteinu, il partito della destra nazionalista, sionista e laica, guidato da Avigdor Lieberman. Al quinto posto, secondo i sondaggi, si trova Yamina, una coalizione formata da Nuova destra e Casa ebraica. A seguire troviamo il partito conservatore Giudaismo Unito nella Torah con 7,5 seggi. Segue Shas, il partito degli ebrei ultra ortodossi, con 7 seggi. Sei seggi invece per la coalizone Democratic union, che riunisce i partiti di sinistra Meretz, Democratic Israel, Labor. Con 5,5 seggi troviamo invece Gesher, partito liberale di centro. Ultimo posto per Otzma Yehudit, partito di estrema destra e anti-arabo, con 4 seggi.

    In tutto i seggi della Knesset, il parlamento israeliano, sono 120. La maggioranza necessaria per governare è fissata a 61 seggi.

    Se i sondaggi per le elezioni del 17 settembre 2019 in Israele dovessero corrispondere alla realtà, ci ritroveremmo a rivivere l’empasse di aprile, con una grossa difficoltà a formare una maggioranza di governo.

    Grande è l’attenzione degli analisti sull’affluenza e sulla partecipazione dei cittadini arabi.

    Per governare, Netanyahu, avrebbe bisogno del sostegno del partito ultranazionalista Yisrael Beitenu di Avigdor Lieberman, lo stesso che dopo il voto del 9 aprile aveva ritirato la sua disponibilità a un’alleanza di governo. Contando sugli altri partiti di destra, Likud non riuscirebbe a superare i 61 seggi necessari per governare. Difficoltà a raggiungere un’alleanza stabile anche per Blu e Bianco, che se contasse su tutti i partiti di sinistra, comunque si fermerebbe a circa 55 seggi.

    Gantz ha aperto alla possibilità di un governo di unità nazionale, che abbia tra le condizioni l’esclusione di Netanyahu, accusato di corruzione, frode e abuso di fiducia. Non resta che vedere se i sondaggi ci avranno preso, e se anche stavolta si andrà all’empasse, come alle elezioni in Israele del 9 aprile 2019.

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