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    Rep. democratica del Congo, vittoria di Tshisekedi, l’opposizione: “Un golpe elettorale”

    Il vincitore delle elezioni, Felix Tshisekedi. Credit: Luis TATO / AFP
    Di Laura Melissari
    Pubblicato il 10 Gen. 2019 alle 08:32 Aggiornato il 10 Set. 2019 alle 21:36

    Sono arrivati i risultati, ancora provvisori, delle elezioni nella Repubblica democratica del Congo, che si erano tenute il 30 dicembre 2018. Le prime elezioni senza spargimenti di sangue nella storia del paese africano sono state vinte da Felix Tshisekedi, uno dei candidati dell’opposizione. Finisce così il lungo mandato di Joseph Kabila, al potere da 18 anni.

    La Commissione elettorale indipendente, accusata per giorni di operazioni di spoglio molto lente, ha annunciato nella notte tra il 9 e il 10 gennaio, i risultati del voto. Nel timore di scontri e guerriglie, la polizia congolese è stata dispiegata nei luoghi caldi della capitale Kinshasa.

    Félix Tshisekedi, candidato 55enne dell’Unione per il progresso sociale e lo sviluppo e membro dell’Assemblea nazionale congolese, ha sconfitto con un buon margine i suoi 20 avversari, tra cui il “delfino” di Kabila,  vinto con un buon margine di voti, sbaragliando gli altri 20 candidati Emmanuel Ramazani Shadary.

    L’altro candidato dell’opposizione, Martin Fayulu, arrivato secondo con il 35 per cento dei voti, ha denunciato il “golpe elettorale” e ha attaccato il capo della Commissione elettorale: “Hanno rubato la vittoria al popolo, che non lo accetterà”.

    A partire da oggi, i candidati dei partiti avranno tre giorni di tempo per fare ricorso davanti alla Corte costituzionale, che a sua volta avrà un’altra settimana di tempo per proclamare i risultati ufficiali.

    Il paese attendeva queste elezioni dal 2016, ma per 2 anni Joseph Kabila si era rifiutato di lasciare il potere.

    Kabila governa la Repubblica democratica del Congo dal 2001, quando prese il potere alla morte di suo padre, Laurent-Désiré.

    Per impedire brogli e frodi elettorali, le elezioni erano state monitorate da vicino da oltre 40mila osservatori elettorali della Conferenza episcopale nazionale della Repubblica democratica del Congo.

    Circa 8mila macchine per il voto elettronico, che erano state acquistate dalla Corea del Sud, sono state distrutte dall’inizio di dicembre a causa di un incendio nel deposito dove erano conservate.

    Le autorità di Kinshasa hanno rifiutato ogni aiuto internazionale per un pacifico svolgimento del voto, tra cui quello della missione Onu in Congo, la Monusco.

    In attesa dei risultati il governo aveva deciso di bloccare l’accesso a internet per un periodo di tempo indeterminato per evitare “una rivolta popolare”.

    Anche il segnale dell’emittente francese Radio France Internationale nella capitale risultava disturbato.

    Contro il blocco di internet e di Rfi si sono espressi sia gli Stati Uniti che l’Unione europea, chiedendo che il servizio venga immediatamente ripristinato.

    “Chiediamo al governo di non bloccare i mezzi di comunicazione, in particolare l’accesso ad internet e ai media”, si legge nel comunicato congiunto firmato dai rappresentanti europei e statunitensi a Kinshasa.

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