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    Egitto, arrestati i vertici dell’Ong con cui collaborava Patrick Zaky: fermato anche il direttore esecutivo

    In pochi giorni sono stati arrestati anche il direttore amministrativo e il responsabile dell'Ong per la giustizia penale. L'ambasciatore d’Italia al Cairo ha inviato una lettera al ministro degli Esteri egiziano per chiedere il rilascio immediato

    Di Anna Ditta
    Pubblicato il 20 Nov. 2020 alle 15:20

    In Egitto sono stati arrestati in pochi giorni tre esponenti dell’Ong Egyptian Initiative for Personal Rights (Eipr), la stessa con cui collaborava Patrick Zaky, lo studente egiziano dell’università di Bologna arrestato all’aeroporto del Cairo e in carcere da nove mesi. L’ultimo degli arresti è stato quello del direttore esecutivo Gasser Abdel Razek, per i quali sono stati disposti i primi 15 giorni di custodia cautelare in carcere.

    Gli altri due attivisti arrestati sono il direttore amministrativo, Mohammed Basheer , finito in manette domenica scorsa, e Karim Ennarah, responsabile dell’Ong per la giustizia penale, arrestato mercoledì durante una vacanza a Dahab, nel Sinai meridionale. Basheer, come riferisce Egyptian Initiative, è stato interrogato dalle forze di sicurezza sul lavoro dell’organizzazione e sulla visita, all’inizio del mese, di un “numero di ambasciatori e diplomatici” presso il suo ufficio del Cairo per discutere di diritti umani.

    Gli arresti dei membri dell’Ong con cui collaborava Zaky sono avvenuti nell’ambito delle indagini sul cosiddetto caso 855/2020, la maxi-inchiesta che coinvolge altri attivisti ed esponenti della società civile con le accuse di terrorismo, diffusione di dichiarazioni false per minare la sicurezza nazionale e utilizzo di internet per pubblicare notizie false.

    L’Ong Amnesty International si è detta “scioccata” dagli arresti e ha chiesto l’intervento della diplomazia occidentale. “È ora che i diplomatici che hanno partecipato all’incontro con gli attivisti di Eipr si appellino pubblicamente perché l’Egitto metta fine a questa brutale campagna di repressione e rilasci i membri dello staff di Eipr”, si legge sull’account Twitter dell’organizzazione che si batte per i diritti umani.

    Ieri sera fonti della Farnesina hanno fatto sapere che l’ambasciatore d’Italia al Cairo Giampaolo Cantini ha inviato, insieme a numerosi capi missioni di altri Paesi non solo europei, una lettera al ministro degli Esteri egiziano, Sameh Shoukry, per richiedere il rilascio dei dirigenti dell’Ong. “Si tratta di funzionari con cui la nostra ambasciata è da tempo in frequente contatto in relazione al caso del giovane ricercatore Patrick Zaki”, riporta la lettera.

    Il giorno precedente, la Farnesina aveva compiuto un passo ufficiale, manifestando all’ambasciatore egiziano a Roma profonda preoccupazione per gli arresti in questione e per il grave deterioramento delle condizioni dei difensori dei diritti umani in Egitto.

    Nel paese, la detenzione in attesa di giudizio può durare fino a due anni e a volte viene estesa ulteriormente. Secondo le organizzazioni per i diritti umani, in Egitto ci sono 60mila prigionieri politici tra cui giornalisti, attivisti, avvocati, accademici e islamisti.

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