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    Il neo presidente della Colombia Ivan Duque: “Il narcotraffico non sarà giustificato con la politica”

    Credit: Afp

    L'ex senatore, appena insediato, ha proposto una riforma costituzionale in modo che il traffico di droga e il rapimento non possano essere giustificati per finalità politiche

    Di Marta Facchini
    Pubblicato il 8 Ago. 2018 alle 07:46 Aggiornato il 10 Set. 2019 alle 17:47

    Ivan Duque, avvocato di 42 anni, si è insediato alla presidenza della Colombia succedendo al liberale di centro-destra Juan Manuel Santos, al potere dal 2010 e che non poteva correre di nuovo dopo due mandati. Delfino dell’ex presidente Alvaro Uribe, ed eletto lo scorso giugno come candidato del Centro Democratico, ha prestato giuramento per un mandato di quattro anni in una cerimonia pubblica in Piazza Bolivar, nel centro storico di Bogotà. È il più giovane presidente della storia del paese.

    In un discorso alla nazione durato circa un’ora, ha parlato di lotta alla corruzione, di rilancio dell’economia e ha illustrato i propri propositi di governo, sottolineando che in futuro “né il narcotraffico, né il sequestro potranno essere giustificati con finalità politiche, né come meccanismi per finanziarsi o promuovere una qualsivoglia causa”.

    In diretta tv, il neopresidente ha affermato che fra i progetti immediatamente presentati al Palamento ce ne sarà uno che proibirà espressamente che “i gruppi armati illegali che sequestrano e trafficano droga pretendano di ottenere benefici mimetizzando i loro delitti con cause ideologiche”.

    L’allusione è alle condizioni previste nell’Accordo di pace firmato nel 2016 dal governo di Santos con le Forze armate rivoluzionarie della Colombia (Farc), trasformatesi ora in una formazione politica, accordo che aveva messo fine a un conflitto durato più di cinquant’anni. Duque si oppone apertamente alla partecipazione alla vita politica degli ex ‘guerilleros’. Ma oltre alla riconciliazione con le FARC è in bilico anche la sorte delle piantagioni di coca, ai massimi livelli produttivi, con più di 209 mila ettari coltivati, e la sfida della sicurezza, in un paese colpito da ondate di omicidi ai danni di attivisti per i diritti umani.

    Per l’ex senatore, si preannuncia un mandato tutto in salita. Sui social l’opposizione di sinistra e centro sinistra, a cominciare dal candidato sconfitto Gustavo Pedro, aveva invitato i propri sostenitori a scendere in piazza in modo pacifico proprio nel giorno dell’insediamento. Altri avversari del nuovo governo sono i dieci parlamentari dell’ex guerriglia delle Farc, trasformata in partito politico, insediati lo scorso 20 luglio senza essere stati eletti, come previsto dall’accordo di pace.

    Il neo presidente eredita una Colombia profondamente divisa dopo otto anni di presidenza Santos, personalità che ha cristallizzato critiche e impopolarità, proprio per aver firmato gli accordi di pace con i guerriglieri, osteggiati dalla destra e da una parte dei colombiani.

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