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    Due edifici di coloni israeliani costruiti abusivamente su terreni palestinesi verranno demoliti

    La Corte suprema israeliana ha confermato la demolizione due edifici illegali in Cisgiordania. Ma Netanyahu difende i coloni e pensa già a costruire altre 300 case

    Di TPI
    Pubblicato il 29 Lug. 2015 alle 15:07 Aggiornato il 10 Set. 2019 alle 09:03

    Le forze di sicurezza israeliane il 29 luglio hanno iniziato la demolizione di due edifici costruiti abusivamente in un insediamento israeliano a Beit El, vicino a Ramallah, in Cisgiordania. 

    Nella giornata di ieri, 28 luglio, circa 200 coloni hanno organizzato una protesta durante la quale ci sono stati violenti scontri con la polizia, che ha disperso la folla con i cannoni ad acqua e ha arrestato 50 persone.

    I manifestanti israeliani hanno provato a barricarsi dentro le case, ma sono stati cacciati via dalle forze anti-sommossa.

    Il mese scorso la Corte suprema israeliana ha dichiarato l’insediamento di Beit El illegale perché gli edifici erano stati costruiti su terreni di proprietà palestinese, invasi dall’esercito israeliano negli anni Settanta.

    Secondo la sentenza i palazzi devono essere rasi al suolo entro il 30 luglio. Un appello dei costruttori, che si opponevano alla distruzione degli edifici, è stato respinto dalla Corte la sera del 28 luglio, dando dunque il via libera per l’operazione di sgombero.

    Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu – nonostante la sentenza della Corte – il 28 luglio ha confermato l’approvazione per la costruzione immediata di altre 300 unità abitative a Beit El.

    Netanyahu ha inoltre criticato duramente la sentenza stabilita dalla Corte israeliana, aggiungendo che avrebbe presentato ricorso contro la demolizione per vie legali.

    Qui sotto: un video con le proteste di fronte ai palazzi di Dreinoff. Credit: Reuters 

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