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    Omicidio Daphne Caruana Galizia, il re dei casinò pagò 150mila euro per i sicari. L’Ue manda una missione urgente

    Di Veronica Di Benedetto Montaccini
    Pubblicato il 28 Nov. 2019 alle 16:12 Aggiornato il 28 Nov. 2019 alle 16:50

    Daphne Caruana Galizia uccisa per 150mila euro

    Le indagini sull’omicidio della giornalista Daphne Caruana Galizia, uccisa in un attentato nell’ottobre del 2017, stanno facendo tremare il governo maltese.

    Gli ultimi sviluppi stanno portando a galla la verità: tre componenti del governo si sono dimessi, è stata scoperta la cifra per la quale i sicari hanno ucciso la giornalista e il Parlamento europeo ha inviato una missione urgente a Malta per “verificare lo stato di diritto”.

    Il costo dell’omicidio

    Uccidere Daphne Caruana Galizia costò 150mila euro. Questa la cifra che Yorgen Fenech, il re dei casinò nonché ad della holding Tumas Group che cercò di fuggire da Malta in yacht, pagò all’intermediario di morte Melvin Theuma, il tassista-usuraio il cui arresto ha dato la svolta decisiva alle indagini sull’omicidio della giornalista dilaniata e bruciata viva con una autobomba confezionata, piazzata e fatta esplodere dai tre esecutori materiali (Vince Muscat ed i fratelli Vince e George Degiorgio) arrestati già a dicembre, meno di due mesi dopo.

    La cifra, secondo “molteplici fonti giudiziarie” citate dal Times of Malta, è emersa tanto nelle registrazioni presentate da Theuma (che ha ottenuto la grazia ed il condono tombale per la sua collaborazione e che domani testimonierà per la prima volta in tribunale) quanto in separati interrogatori dello stesso Theuma e di Fenech.

    Le fonti riportano anche che, secondo la versione di Theuma, fu l’imprenditore a commissionare l’omicidio e a consegnare fisicamente 150mila euro a Theuma per i tre sicari.

    La missione del Parlamento europeo

    Dopo i recenti sviluppi, la Conferenza dei presidenti del Parlamento europeo ha deciso di inviare una missione urgente per esaminare lo stato di diritto a Malta.

    Il Parlamento discuterà della situazione a Malta nella plenaria di dicembre. Lo rende noto l’eurodeputato dei Verdi Sven Giegold, che aveva partecipato alla precedente missione del Parlamento europeo sull’isola nel Mediterraneo subito dopo l’omicidio della giornalista.

    Gli ultimi sviluppi dell’indagine

    Mercoledì 27 novembre si sono dimessi il capo dello staff del premier maltese Muscat, Keith Schembri, e il ministro del Turismo Konrad Mizzi, mentre il ministro dell’Economia Chris Cardona ha deciso di autosospendersi.

    Schembri e Mizzi, precedentemente ministro dell’Energia, sono tra i politici più coinvolti nelle inchieste giornalistiche che Caruana Galizia aveva iniziato quattro anni fa, su un presunto giro di tangenti pagate attraverso una società offshore.

    È stato fermato anche il dottor Adrian Vella, medico personale dell’imprenditore Yorgen Fenech arrestato la settimana scorsa mentre tentava la fuga da Malta in yacht. Vella è sospettato di aver fatto da tramite tra Fenech e Schembri. Fenech oltre ad essere uno dei principali imprenditori di Malta, è anche il titolare del fondo segreto 17 Black, denunciato dalla Caruana.

    Le scuse per Daphne dal labourista Jpo

    Uno dei più aspri critici di Daphne Caruana Galizia, l’ex parlamentare del Partito Nazionalista Jeffrey Pullicino Orlando che ne diventò il bersaglio preferito quando trasmigrò tra i laburisti, si è  ora scusato pubblicamente lodandone “il coraggio e la tenacia”.

    Orlando, tanto popolare a Malta da essere conosciuto semplicemente come Jpo, era uno dei personaggi più presenti nel blog ‘Running Commentary’ aperto nel 2008, in cui la giornalista oltre agli scoop che le sono costati la vita pubblicava centinaia di notizie e fotografie di gossip locale.

    In una “lettera aperta a Daphne Caruana Galizia”, ripresa oggi dal Malta Independent e dal Times of Malta, Jpo (ora presidente dell’Istituto superiore per la scienza e la tecnologia) ha espresso la sua opinione: “Hai mentito così spesso, su così tante persone, che molti di noi – ha scritto Pullicino Orlando – hanno finito per non crederti quando hai detto la verità. Così come con il ragazzo che gridava ‘al lupo’. Ti rimprovero per le menzogne e per lo spreco del tuo notevolissimo talento nel farti scrittrice di pettegolezzi maliziosi. Tuttavia io ti lodo per il tuo coraggio e la tua tenacia nel denunciare quelli tra noi che hanno usato le loro connessioni e le loro posizioni per tessere una ragnatela di corruzione che ha esposto il nostro paese alla vergogna. Che possano avere quello che meritano. Che tu possa riposare in pace”.

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