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    Nel Regno Unito si attendono fino a 100mila nuovi casi di Covid al giorno

    Di Andrea Lanzetta
    Pubblicato il 6 Lug. 2021 alle 12:53 Aggiornato il 6 Lug. 2021 alle 12:53

    I casi di Covid-19 nel Regno Unito “potrebbero arrivare fino a 100milaal giorno a seguito dell’allentamento delle restrizioni deciso dal governo di Londra per il 19 luglio. L’annuncio è arrivato oggi ai microfoni di BBC Radio 4 da parte del Segretario alla Salute britannico, Sajid Javid, atteso nel pomeriggio in audizione alla Camera dei Comuni.

    “Ci attendiamo che al 19 (di luglio) il numero dei nuovi casi sia almeno il doppio di quelli attuali, quindi circa 50mila nuovi contagi al giorno”, ha dichiarato Javid al programma radiofonico Today, ribadendo le stesse stime anticipate ieri dal premier Boris Johnson. “Avvicinandoci all’estate, ci aspettiamo che le infezioni aumentino ancora in modo significativo e potrebbero arrivare fino a 100mila nuovi casi al giorno“.

    Numeri che farebbero pensare a una terza ondata di contagi, eppure finora il governo britannico non sembra preoccupato più di tanto. “Ciò che conta più di ogni altra cosa è il numero di ospedalizzazioni e decessi“, ha precisato il Segretario alla Salute britannico, secondo cui il legame tra i nuovi casi di contagio e questi ultimi due dati è stato “gravemente indebolito” dalla campagna vaccinale.

    I numeri delle somministrazioni fanno ben sperare nel Regno Unito, dove 45,35 milioni di persone hanno già ricevuto la prima dose di vaccino anti-Covid e 33,73 milioni anche la seconda. Forte di questi numeri, nonostante l’aumento dei contagi dovuto soprattutto alla diffusione della variante Delta del nuovo Coronavirus, Downing Street ha deciso di allentare le restrizioni a partire dal 19 luglio, ma solo in Inghilterra. L’ufficio del premier britannico Boris Johnson non è infatti competente per le regole anti-Covid in Scozia, Galles e Irlanda del Nord, dove saranno i governi locali a decidere per i rispettivi territori.

    “La pandemia non è finita e non finirà per il 19 luglio“, ha dichiarato ieri il premier britannico, dicendosi perfettamente consapevole che ci saranno altri morti. “Purtroppo bisogna riconciliarsi con l’idea di altri morti di Covid“. Ma, si è chiesto Boris Johnson, se non allentiamo le misure restrittive adesso “quando abbiamo fatto così tanto con la campagna di vaccinazione per spezzare il legame (fra numero di positivi e decessi – ndr), quando mai potremo farlo?”.

    La posizione del governo di Londra trova estimatori anche in Italia. “Sembra che la variante Delta in Gran Bretagna, il Paese del mondo occidentale che l’ha sperimentata per prima con un alto tasso di vaccinazioni, sia un virus addomesticato di tipo influenzale“, ha detto oggi l’immunologo Sergio Abrignani, membro del Comitato tecnico scientifico (Cts), intervenendo alla trasmissione Agorà estate su Rai Tre.

    Secondo l’esperto, la decisione delle autorità britanniche di limitare le restrizioni “è una scelta che ha una base scientifica”, legata ai “numeri di vaccinati, di ricoveri in terapia intensiva e ai decessi”. Se la Covid-19 “è degradata a influenza, allora l’apertura ha un senso sia sanitario che politico”, ha proseguito Abrignani. “Con i vaccini ci si può infettare, ma si evitano le forme severe di Covid e la morte. Non c’è alternativa, perché se l’alternativa è non vaccinarsi c’è la certezza di farsi male”.

    Intanto, i dati divulgati dal governo britannico non sembrano per ora incoraggianti, almeno in termini di contagi assoluti. Nel Regno Unito sono stati segnalati 27.334 nuovi casi di contagio e 9 decessi per Covid nelle ultime 24 ore. Secondo il quotidiano The Guardian, dal 29 giugno al 5 luglio, il Paese ha registrato un aumento di oltre il 53 per cento dei nuovi casi rispetto alla settimana precedente.

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