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    Francia, muore di Coronavirus a 16 anni: è la vittima più giovane in Europa

    Coronavirus, in Francia la più giovane vittima d'Europa: aveva 16 anni. Credit: Facebook

    Julie Alliot, studentessa, non aveva problemi di salute. Viveva con la madre e la sorella a Longjumeau, un sobborgo a sud di Parigi e nella notte tra martedì 25 e mercoledì 26 marzo è morta in ospedale per complicanze legate al Coronavirus

    Di Angelica Pansa
    Pubblicato il 27 Mar. 2020 alle 20:29 Aggiornato il 3 Apr. 2020 alle 19:24

    Coronavirus, muore a 16 anni in Francia

    Una studentessa francese di 16 anni è morta dopo aver contratto il Coronavirus. Julie Alliot è la persona più giovane a morire di Covid-19 in Europa. La ragazza non aveva problemi di salute ed è morta nella notte tra martedì 25 e mercoledì 26 marzo, all’ospedale pediatrico Necker a Parigi. La giovane vittima è stata trasportata lì dopo che le sue condizioni di salute sono gravemente peggiorate rispetto a quella che sembrava solo “una lieve tosse“. “Fin dall’inizio, ci è stato detto che il virus non influenza i giovani, ma dobbiamo smettere di credere che ciò riguardi solo gli anziani. Nessuno è invincibile contro questo virus mutante“, ha dichiarato ai media francesi la sorella di Julie, Manon.

    Julie Alliot era una giovane studentessa di Longjumeau, un sobborgo a Sud di Parigi, dove frequentava il liceo e viveva con la sua famiglia. La madre di Julie, Sabine, ha raccontato all’agenzia di stampa francese AFP, che nei giorni scorsi la figlia aveva manifestato una tosse che non sembrava passare. Le sue condizioni di salute, inizialmente buone sono peggiorate drasticamente durante il weekend. E così la famiglia Alliot ha deciso di far visitare Julie da un medico. “Fu lì che gli fu diagnosticato un disturbo respiratorio“, riferisce la sorella in un’intervista al quotidiano francese Le Parisien.

    Da lì, tutto sarebbe precipitato alla velocità della luce. Prima ricoverata all’ospedale di Longjumeau, è stata trasferita durante la notte al ospedale Necker, nel 15 arrondissement. Assistita da un autorespiratore Julie è stata poi intubata martedì sera e non si è più svegliata. “I suoi polmoni non ce l’hanno fatta. I dottori hanno provato il possibile per salvarla” racconta Manon. “È un dolore insopportabile – ha detto la madre della ragazza – Dovevamo avere una vita normale.” Julie era stata sottoposta al tampone faringeo ma era inizialmente risultata negativa al Covid-19. Solo un secondo test avrebbe mostrato la positività di Julie al Coronavirus. La famiglia Alliot ha insistito molto nel ribadire che Julie non aveva condizioni pregresse di salute.

    Ora madre e sorella sono in isolamento, come da protocollo. Il funerali di Julie si svolgeranno lunedì 30 marzo, alla presenza di “massimo 10 persone“. Ma un altro momento di commemorazione è già stato programmato dai compagni di liceo di Julie. Il 4 maggio, quando e se riapriranno le scuole in Francia, i compagni di Julie faranno un minuto di silenzio e un “corteo vestiti di bianco e di rosso: bianco per il suo buon umore, rosso perché era suo colore preferito”, dice un compagno.

    “Julie adorava ballare, cantare e far ridere la gente. Tutto tranne restare fermi a non fare nulla”, racconta commosso un amico. Appassionata di musica e danza, andava regolarmente a Parigi per frequentare gli “showcase“, mini-concerti di artisti organizzati in discoteche della città. Era “una ragazza molto socievole, divertente, benevola, ambiziosa, amata da tutti al liceo” si legge nella descrizione di una raccolta fondi che gli amici di Julie hanno organizzato in sua memoria.

    Il direttore generale della sanità, Jérôme Salomon, ha descritto la sua morte come “tragica” e ha insistito sul fatto che casi così gravi di Covid-19 nei giovani sono “estremamente rari“. Le autorità francesi hanno riferito che nella giornata di giovedì 26 marzo 365 persone sono morte per Coronavirus. Una cifra che non include coloro che sono morti a causa del virus nelle loro abitazioni o nelle case di riposo, ha detto Salomon in una conferenza stampa ai giornalisti.

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