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    L’Onu accusa Maduro per la morte di almeno 46 manifestanti durante le proteste in Venezuela

    Credit: Reuters

    L'alto Commissario per i diritti umani delle Nazioni Unite ha inviato nel paese una squadra di funzionari per indagare sulle vittime degli scontri di piazza in corso dall'inizio di aprile

    Di Andrea Lanzetta
    Pubblicato il 8 Ago. 2017 alle 12:04 Aggiornato il 10 Set. 2019 alle 16:27

    Il Consiglio delle Nazioni Unite per i diritti umani ha condannato l’uso eccessivo della forza da parte delle autorità venezuelane contro i manifestanti, nelle proteste che hanno insanguinato il paese negli ultimi mesi.

    L’Onu attribuisce alle forze guidate dal governo Maduro la responsabilità della morte di 46 persone su 124 vittime totali negli scontri di piazza iniziati lo scorso aprile. Altre 27 vittime sono state invece causate dalle azioni di manifestanti pro-Maduro.

    I risultati dell’inchiesta delle Nazioni Unite ha riconosciuto diverse violazioni dei diritti umani nel paese da quando sono cominciate le proteste di massa.

    In assenza di risposte alle richieste di accesso ai dati e alle indagini interne da parte delle autorità venezuelane, l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i diritti umani Zeid Ra’ad Al Hussein ha inviato in Venezuela una squadra di funzionari internazionali per un’indagine sulla situazione dei diritti umani nel paese.

    La squadra delle Nazioni Unite ha lavorato dal 6 giugno al 31 luglio. Il team ha condotto 135 interviste con le vittime delle proteste e le loro famiglie, ha sentito testimoni, organizzazioni della società civile, giornalisti, avvocati, medici, funzionari dell’ufficio della procuratrice generale e del difensore civico del Venezuela.

    I risultati preliminari provano che, su 124 morti accertate durante le manifestazioni di piazza, 46 sono attribuibili alle forze di sicurezza venezuelane e 27 a gruppi armati fedeli al governo.

    Le autorità venezuelane, in particolare la Guardia nazionale bolivariana, la polizia nazionale e le forze di polizia locali, hanno sistematicamente utilizzato una forza eccessiva e sproporzionata per instillare paura, schiacciare il dissenso e impedire ai dimostranti di riunirsi, manifestare liberamente e presentare petizioni pubbliche alle istituzioni democratiche del paese.

    “Poiché l’ondata delle violenze ha avuto inizio nel mese di aprile, c’è stata una chiara evoluzione della forza utilizzata nei confronti dei manifestanti, migliaia di persone sono state arrestate arbitrariamente, molte delle quali sono state sottoposte a maltrattamenti e addirittura torture, mentre diverse centinaia sono state portate davanti a tribunali militari invece invece di essere giudicati da corti civili”, ha detto Zeid Ra’ad Al Hussein, Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani.

    Zeid ha anche esortato le autorità a porre fine immediatamente all’uso della forza contro i dimostranti e a liberare tutti i prigionieri politici attualmente detenuti nelle carceri del paese. L’Alto Commmissario ha anche sottolineato la problematica situazione istituzionale del paese.

    “Queste violazioni dei diritti umani sono avvenute in seguito alla sconfitta dello stato di diritto in Venezuela, con attacchi costanti da parte del governo contro l’Assemblea nazionale e l’ufficio della procuratrice generale”, ha detto Zeid, condannando anche la destituzione di Luisa Ortega Dìaz da parte della nuova assemblea costituente venezuelana.

    L’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani ha quindi accusa direttamente il presidente Maduro. “La responsabilità per le violazioni dei diritti umani che stiamo registrando è da attribuire ai massimi livelli del governo”.

    Un rapporto completo con i risultati dell’inchiesta sarà pubblicato alla fine di agosto del 2017.

    A che punto è la situazione in Venezuela

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