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    Donna in coma da 14 anni resta incinta in ospedale e partorisce: la polizia indaga per stupro

    I medici non si erano accorti della gravidanza fino al travaglio

    Di Rossella Melchionna
    Pubblicato il 5 Gen. 2019 alle 16:06 Aggiornato il 11 Set. 2019 alle 02:38

    Una donna è rimasta incinta e ha partorito un bambino sano. Fin qui nulla di strano. Salvo che la signora fosse in coma da ben 14 anni.

    La storia assurda arriva dagli Stati Uniti dove una paziente, dell’Arizona, il 29 dicembre 2018 ha messo al mondo suo figlio – o figlia, non è stato svelato il sesso del nascituro – in pieno stato vegetativo. È stata avviata un’inchiesta dalla polizia per far chiarezza sull’accaduto, probabilmente un caso di stupro.

    A riportare la notizia è stata la Cbs, ripresa dal sito Express.

    La vicenda

    La donna, che ha perso coscienza a seguito di un annegamento, è ricoverata da tempo alla Hacienda HealthCare di Phoenix. Ma nell’ultimo anno nessuno del personale medico aveva notato qualcosa di insolito nella paziente. Fino a quando, sul finire di dicembre, la donna ha iniziato a dare segnali colti da un’infermiera che le stava accanto.

    “Nessuno sapeva nulla, lei si ‘lamentava’ ma non capivano quale fosse il problema – ha dichiarato una fonte – Poi hanno scoperto che era incinta. Lei non è in grado di comunicare, e non poteva difendersi dall’attacco sessuale”.

    Le condizioni attuali della donna non sono state rivelate. Quel che è certo è che sono state aperte le indagini per capire se si sia trattato di violenza sessuale.

    “Nella stanza potevano accedere molte persone – ha continuato la fonte – Ora, però, le cose sono cambiate. Se un uomo del personale sanitario deve entrare nel reparto femminile, può farlo solo in compagnia di una collega”.

    L’Hacienda HealthCare ha provato a difendersi. “La nostra struttura è attiva nel settore della valle da oltre 50 anni e gode di un’ottima reputazione fornendo assistenza specializzata di alta qualità ai suoi pazienti”, ha sostenuto una portavoce. Che ha detto a proposito del caso: “Non possiamo commentare quanto successo alla paziente a causa delle leggi sulla privacy federali e statali. Tantomeno possiamo esprimerci sulle indagini in corso”.

    “Quello che possiamo garantire è che la salute e la sicurezza dei nostri assistiti sono la nostra priorità e che collaboriamo sempre, quando richiesto, in modo trasparente”, ha concluso la portavoce.

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