Leggi TPI direttamente dalla nostra app: facile, veloce e senza pubblicità
Installa
Menu
  • Esteri
  • Home » Esteri

    Libia, un colpo di mortaio ferisce 3 persone a Tripoli. I media: “puntava ad ambasciata italiana”

    Le vittime sono tre civili. Secondo il portavoce del servizio di soccorso e urgenze, nel lancio del razzo non risulta coinvolto il personale dell’ambasciata italiana

    Di Marta Facchini
    Pubblicato il 1 Set. 2018 alle 18:32 Aggiornato il 10 Set. 2019 alle 09:16

    Un razzo ha colpito questa mattina, sabato 1 settembre, l’hotel Al Waddan, nel centro di Tripoli, a poche centinaia di metri dalla sede dell’ambasciata d’Italia.

    Tre civili sono rimasti feriti. Nel lancio del razzo non risulta coinvolto il personale dell’ambasciata italiana.

    Il razzo era “diretto contro l’ambasciata italiana a Tripoli”, secondo quanto riferisce la stampa libica, in particolare il quotidiano Libya Times, che cita il giornalista  Jamal al-Kafali, che lavora per l’ambasciata libica a Tunisi.

    Al-Kafali ha pubblicato le foto di quanto accaduto sulla sua pagina Facebook.

    “Un colpo di mortaio si è abbattuto sull’hotel Al-Waddan provocando tre feriti fra i civili dopo la violazione del cessate il fuoco”, ha detto il portavoce del servizio di soccorso e urgenze, Osama Ali.

    Il portavoce ha affermato che “un bombardamento di razzi indiscriminato e sporadico contro diverse aree prosegue da sabato mattina”. Secondo le autorità locali, almeno 16 razzi sono caduti nei quartieri di Arada, Girgarish, Ghoat Shaal, Siyahia, Wadi Rabea, Furnaj, Sug Juma e Mitiga.

    Ignota l’identità degli autori: secondo il quotidiano, “mentre molti incolpano le milizie Kani di Tarhouna (anche note come la “Settima Brigata”) di stanza nel distretto meridionale di Tripoli di Qasr bin Ghashir, altri chiamano in causa le milizie con sede nella caserma di Hamzah che si trova in una zona nella parte occidentale di Tripoli conosciuta come “la strada dell’aeroporto”.

    lI bilancio delle vittime degli scontri tra milizie rivali, iniziati lunedì 26 agosto, ha superato i 30 morti e il centinaio di feriti. Solo nella giornata di giovedì 30 agosto, almeno due persone sono rimaste uccise e nove sono state ferite.

    Venerdì 31 agosto, il gruppo armato libico della Settima brigata, una milizia formalmente dipendente dal Governo di Accordo Nazionale ma di fatto autonoma, ha affermato di avere il controllo dell’area intorno all’aeroporto internazionale della capitale.

    Secondo una fonte militare vicina al gruppo armato, citata dall’emittente locale al-Ahrar TV, i miliziani hanno “occupato ampie zone dell’altopiano” agricolo a sud della capitale libica e l’area di Khallet al-Furjan. La notizia non è stata confermata da fonti indipendenti.

    Giovedì 30 agosto, il governo di al-Sarraj aveva dichiarato di avere raggiunto un accordo per il cessate il fuoco ma la Settima brigata ha negato la firma di qualsiasi accordo stretto per fermare i combattimenti.

    Medici senza frontiere ha fatto sapere che i combattimenti hanno messo in pericolo la vita dei residenti locali e di quasi 8mila tra rifugiati, richiedenti asilo e migranti rimasti intrappolati nell’area degli scontri.

    Leggi l'articolo originale su TPI.it
    Mostra tutto
    Exit mobile version