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    Inizia il primo vertice sulla pace in Siria a cui partecipa anche l’Iran

    I ministri degli Esteri riuniti per trovare un punto di accordo sulla risoluzione del conflitto che dura da quattro anni e mezzo

    Di TPI
    Pubblicato il 29 Ott. 2015 alle 15:27 Aggiornato il 10 Set. 2019 alle 18:27

    Giovedì 29 ottobre Russia, Stati Uniti, Turchia, Arabia Saudita, Egitto e Iran, tra gli altri, si incontrano a Vienna, in Austria, per i colloqui di pace sulla risoluzione del conflitto civile siriano tra i ribelli e l’esercito del presidente Bashar al-Assad.

    “Un siriano su 20 è stato ucciso o ferito, uno su cinque è un profugo e uno su due è sfollato. L’aspettativa media di vita in Siria si è abbassata di 20 anni”.

    Il segretario di Stato americano John Kerry ha commentato così la situazione del Paese, che da oltre quattro anni e mezzo è in guerra. Finora il conflitto ha causato la morte di 250mila persone.

    Kerry ha poi aggiunto che la sfida da affrontare durante il vertice sarà quella di trovare una via d’uscita “dall’inferno” siriano. 

    È la prima volta che il ministro degli Esteri iraniano è invitato a partecipare a un incontro sulla pace in Siria e ha confermato la propria presenza a Vienna.

    Insieme alla Russia, l’Iran è una delle potenze internazionali presenti al summit che sostengono apertamente il governo di Assad e si oppongono alle forze ribelli dell’Esercito siriano libero.

    Stati Uniti, Turchia e Arabia saudita sono, al contrario, convinte che la Siria non possa trovare stabilità se il suo attuale dittatore rimanesse in carica.

    Dopo gli incontri con Kerry e con il ministro degli esteri turco Sergey Lavrov del 23 ottobre, il 25 Assad si era detto disponibile a indire nuove elezioni presidenziali, ma solo dopo aver debellato la piaga dell’Isis in Siria. 

    A seguito del faccia a faccia con il presidente siriano, Kerry ha ricordato che le posizioni di Stati Uniti e Russia sul governo di Damasco non sono le stesse, ma ha anche aggiunto che un punto di incontro è possibile perché entrambi i Paesi vorrebbero una Siria unita e non fondamentalista, libera di andare a nuove elezioni. 

    Il ministro degli esteri saudita Adel al-Jubair si è mostrato molto meno ottimista, ricordando che le posizioni dei differenti Paesi presenti all’incontro riguardo ad Assad potrebbero impedire di trovare una soluzione comune. 

    Il quotidiano iraniano Teheran Times ha posto l’attenzione sul ruolo che invece l’Iran stesso potrà ricoprire al summit, specificando che il Paese potrebbe sia avere un ruolo di rilievo, vista la posizione geografica e politica rispetto alla Siria, sia essere messo in secondo piano e chiamato in causa solo per sostenere le tesi russe. 

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