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    Clint Eastwood difende Trump e accusa: questa è una generazione di fighette

    In una recente intervista l'attore e regista 86enne, le cui simpatie repubblicane sono note, si è scagliato contro il politicamente corretto e ha difeso il magnate

    Di TPI
    Pubblicato il 4 Ago. 2016 alle 16:15 Aggiornato il 12 Set. 2019 alle 02:47

    In un’intervista rilasciata alla rivista Esquire, Clint Eastwood ha parlato della
    sua carriera, del suo prossimo film, del suo rapporto col figlio, ma anche
    della sua nota fede politica repubblicana, che in questo caso ha fatto scalpore
    per la difesa di Donald Trump, che finora pochissimi vip hanno sostenuto.

    L’attore e regista 86enne non ha mai nascosto le sue
    simpatie repubblicane, e aveva già fatto notizia in campo politico nel 2012
    quando era apparso alla Convention nazionale repubblicana e aveva tenuto un
    immaginario dialogo col presidente Obama, per l’occasione rappresentato sul
    palco da una sedia vuota.

    La scena aveva creato un certo imbarazzo negli spettatori, e
    non aveva probabilmente fatto guadagnare molti sostenitori allo sfidante candidato
    alla presidenza Mitt Romney, che infatti non riuscì a impedire il secondo
    mandato Obama.

    Non bisogna inoltre dimenticare che Eastwood ha svolto l’attività
    politica in prima persona, quando, dal 1986 al 1988, fu sindaco della cittadina
    californiana di Carmel by-the-sea (circa 4mila abitanti).

    Ora, nella recente intervista, il protagonista di tanti film
    western e d’azione in cui interpretava dei “duri” poco avvezzi al dialogo e al
    confronto pacifico, ha sostenuto che tra Donald Trump e Hillary Clinton voterebbe per il
    primo, e di non essere d’accordo sull’appellativo di “razzista” che molti
    affibbiano al magnate newyorchese.

    Secondo Eastwood, col suo atteggiamento poco ortodosso Trump
    ha toccato un punto debole della società statunitense contemporanea, perché “segretamente
    tutti si sono stancati del politicamente corretto, dell’arruffianarsi tutti
    ipocritamente. Siamo in mezzo a una generazione di leccaculo, di fighette.
    Tutti devono stare attenti a ogni parola, perché sono tutti pronti a dire ‘Quello
    non si dice, quello non si fa…’. La gente viene accusata di essere razzista per
    qualsiasi motivo. Ai miei tempi, certe cose non erano considerate da razzisti”.

    È forse però il caso di ricordare che Eastwood è nato nel
    1930, al culmine della diffusione delle leggi statunitensi che promuovevano la segregazione
    razziale in diversi stati del sud e in California, dove il regista è cresciuto.

    Eastwood ha riconosciuto che in alcuni casi Trump ha detto “cose
    stupide”, ma ha contestato l’atteggiamento della stampa, a suo dire sempre
    pronta ad accusare solo il candidato repubblicano, e tirando ogni volta in
    ballo il razzismo. Secondo Eastwood, i media dovrebbero semplicemente “farsene
    una cazzo di ragione”.

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