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    Perché una città cilena costringe i suoi abitanti a rimuovere la loro appendice

    Prima di arrivare a Villa Las Estrellas, una cittadina cilena che si trova in Antartide, i futuri abitanti devono sottoporsi a una necessaria operazione chirurgica. Gli ospedali sono troppo lontani e le difficili condizioni ambientali rallentano gli spostamenti

    Di Marta Facchini
    Pubblicato il 6 Set. 2018 alle 11:27 Aggiornato il 10 Set. 2019 alle 11:03

    Villa Las Estrellas, la città delle stelle, è una cittadina cilena che si trova in Antartide. È una stazione di ricerca, situata all’interno di una base militare.

    Un reportage pubblicato dalla Bbc, e firmato dal giornalista Richard Fisher, racconta la vita all’interno dell’insediamento composto da una scuola, un ufficio postale e un piccolo nucleo di case.

    Si tratta di uno dei pochi insediamenti presenti nella zona, insieme alla Esperanza Base argentina, ma si differenzia da tutti gli altri per una particolarità: i suoi abitanti sono costretti a rimuovere la loro appendice.

    Una precauzione necessaria per chi ha intenzione di fermarsi nella base per molto tempo perché l’ospedale più vicino si trova a più di mille chilometri di distanza e nella base c’è solo un dottore, che non sarebbe in grado di compiere un intervento chirurgico.

    Oltre a scienziati che si fermano per un periodo di tempo breve e variabile, e oltre al personale del sistema navale e aeronautico cileno, a Villa Las Estrellas si trova anche un gruppo di persone che invece si è stabilito tra i ghiacci per un lungo periodo di tempo.

    La Bbc ha raccontato come si svolge la quotidianità delle loro giornate, in un villaggio che comprende solo un ufficio postale, una piccola scuola –  spesso chiusa a causa della neve alta – e una banca.

    Il comandante Sergio Cubillos ha vissuto nella base con sua moglie e suo figlio, per più di due anni.

    Mentre la sua famiglia è tornata a volte in Cile, il comandante Cubillos non si è mai allontanato.

    Non lo ha mai fatto nonostante le difficoltà del tempo. “Quest’inverno non abbiamo potuto lasciare la nostra casa per settimane”, ha affermato Cubillos. “Le temperature sono scese oltre i 50 gradi”.

    Tuttavia, Cubillos ha detto che la sua famiglia si è adattata e che vede come un’avventura la vita tra i ghiacci. “E io mi godo la vita anche perché sono il comandante”, ha detto Cubillos.

    Ma non è il solo a stare nella base con il suo partner. Anche altri lavorano qui con il proprio compagno, come il medico di base, che è cileno. Ma iniziare una gravidanza è scoraggiato perché potrebbe essere troppo rischioso.

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