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    La Cina di Mao, 69 anni fa

    Il 1° ottobre 1949 Mao Zedong proclamava la nascita della Repubblica Popolare Cinese

    Di Stefano Mentana
    Pubblicato il 1 Ott. 2018 alle 12:04 Aggiornato il 4 Nov. 2019 alle 19:54

    Il 1 ottobre 1949 Mao Tse Tung proclamava la nascita della Repubblica Popolare Cinese, con capitale a Pechino. Questo avvenne negli atti conclusivi di una guerra civile che, a fasi alterne, durava dal 1927 e vedeva contrapposte le forze comuniste, guidate da Mao, e quelle nazionaliste del Kuomintag, guidate da Chian Kai-Shek.

    Quest’ultimo, dopo la proclamazione della Repubblica Popolare, si rifugiò nell’isola di Taiwan, proclamando Taipei capitale provvisoria della Repubblica Cinese. I due stati, ancora oggi, formalmente non si riconoscono tra di loro.

    La Repubblica Popolare Cinese nacque a tutti gli effetti come uno stato comunista, fondato su un modello economico socialista e guidato dal Partito Comunista Cinese. Negli anni, pur rimanendo sotto la guida del partito, si è aperta alla proprietà privata ed è oggi a tutti gli effetti una superpotenza mondiale dal punto di vista sia economico che militare.

    Mao guidò la Cina fino alla sua morte, avvenuta nel 1976. Sotto la sua guida il Paese visse numerose fasi: dal periodo della collettivizzazione e la pianificazione dell’economia, al periodo della campagna dei cento fiori, in cui si ebbe una liberalizzazione culturale e del pensiero, fino al tentativo (miseramente fallito) di aumentare la produzione industriale nel Paese con il cosiddetto grande balzo in avanti, nel 1958.

    Durante la Rivoluzione culturale, invece, Mao esautorò la gerarchia del Partito Comunista in favore delle Guardie Rosse. Sempre sotto Mao, la Cina visse anche l’allontanamento dalla sfera dell’Unione Sovietica fino al clamoroso avvicinamento agli Usa, culminato con l’ingresso della Cina nell’Onu nel 1971 e la visita nel Paese del 1972 da parte del presidente americano Nixon e del segretario di Stato Henry Kissinger.

    Intanto le proteste a Hong Kong continuano: migliaia di manifestanti hanno voltato le spalle alla bandiera cinese. La folla continua a bloccare diverse arterie della città e nelle prime ore di oggi i manifestanti hanno esteso la loro protesta anche al quartiere turistico di Tsim Sha Tsui. Le autorità hanno deciso di cancellare lo spettacolo di fuochi d’artificio previsto in serata in occasione delle celebrazioni per la nascita della Repubblica popolare cinese.

    Per il leader degli studenti, il 17enne Joshua Wong, la decisione indica che il governo è sotto pressione. Wong ha rinnovato le richieste dei manifestanti che chiedono alle autorità cinesi di ritirare la riforma elettorale con la quale i candidati per la leadership di Hong Kong nel 2017 verrebbero di fatto scelti da Pechino.

    Qui il punto su quello che sta accadendo a Hong Kong.

    Di seguito alcune immagini d’archivio di Mao dal programma della Rai Correva l’anno.

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