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    Cina, il governo organizza “corsi di virilità” a scuola. La campagna che spacca il Paese

    Credit: Michael Salinger from Pixabay
    Di Anna Ditta
    Pubblicato il 5 Feb. 2021 alle 15:58

    In Cina si è accesa la discussione intorno al piano del ministero dell’Educazione per dei “corsi di virilità” che puntano a “prevenire la femminizzazione degli adolescenti maschi” nelle scuole. Il progetto prevede l’aumento del numero di insegnanti di educazione fisica nelle scuole e la promozione di modelli “mascolini” tra i giovani.

    Come riporta l’agenzia Agi, il piano è stato sviluppato dopo la proposta un membro della Conferenza consultiva del Parlamento, Si Zefu, che lo scorso maggio aveva criticato il comportamento “troppo timido e sdolcinato” dei ragazzi. Le cause di questa “presunta scarsa virilità” sarebbero l’eccesso di insegnanti donne nelle scuole e l’affermazione di personaggi come le star del K-Pop o la ‘boy band’ dei TF Boys in televisione, nel cinema e nella musica. Il presidente cinese, Xi Jinping, appassionato di calcio, ha auspicato che la Cina sforni più campioni sportivi.

    “Corsi di virilità” in Cina: polemica online

    Dopo la presentazione del piano, si è scatenato un dibattito online, che ha portato l’hashtag del progetto a ottenere oltre 1,5 miliardi di visualizzazioni su Weibo, il social network più popolare in Cina. Molti sottolineano che questa scelta politica è frutto di uno stereotipo sessista. “Ci sono 70 milioni di uomini in più rispetto alle donne in questo Paese, nessun altro Paese al mondo ha un rapporto così squilibrato. Questo non è già abbastanza mascolino?”, si chiede un utente.

    “L’educazione dovrebbe servire a formare buoni esseri umani”, ha scritto un altro utente, “non dovrebbe fissare standard di genere per uomini e donne. Imparare a essere una brava persona dovrebbe essere la cosa più importante”. “Difficile immaginare che ragazzi cosi’ effeminati possano difendere il loro Paese, quando si profila un’invasione”, è il commento di un utente di Weibo che invece si dice favorevole al piano governativo.

    In una lettera a un giornale statale, un professore ha scritto che “l’ansia sulla carenza di mascolinità è discriminatoria; è chiaro che gli ideatori della proposta ministeriale considerano la femminilità come una caratteristica negativa; perché non si preoccupano che l’esercizio fisico renda troppo virili le ragazze?”.

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