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    Secondo la Cia la Russia è intervenuta per favorire l’elezione di Trump

    Immediata la replica del presidente eletto: le accuse arrivano da chi sosteneva che Saddam aveva armi di distruzione di massa

    Di TPI
    Pubblicato il 10 Dic. 2016 alle 10:30 Aggiornato il 12 Set. 2019 alle 02:18

    La Cia ha concluso in un rapporto segreto che la Russia è intervenuta nelle elezioni negli Stati Uniti per aiutare Donald Trump a vincere la presidenza.

    A riportare la notizia sabato 10 dicembre è il Washington Post, citando fonti informate sulla vicenda. Gli 007 americani hanno individuato attori legati al governo russo che hanno fornito a Wikileaks migliaia di email hackerate ai danni del partito democratico e di altre organizzazioni, compreso il presidente della campagna di Hillary Clinton John Podesta.

    Le fonti del Washington Post descrivono gli individui legati al governo russo come attori noti alla comunità dell’intelligence che avrebbero fatto parte di una più vasta operazione che aveva lo scopo di favorire Trump e minare le possibilità della sua rivale Hillary Clinton.

    “È opinione della comunità di intelligence che l’obiettivo della Russia fosse favorire un candidato rispetto ad un altro, aiutare Trump ad essere eletto”, ha confidato un alto dirigente statunitense informato sulla presentazione dell’esito degli accertamenti fatta ad alcuni senatori americani.

    Il team di transizione di Donald Trump ha respinto le accuse contenute in un rapporto della Cia rivelato dal Washington Post. Della Cia, si afferma in una nota rilasciata “fanno parte le stesse persone che dicevano che Saddam Hussein aveva armi di distruzione di massa”.

    “Le elezioni si sono concluse molto tempo fa è ora di guardare avanti e ‘Rifare grande l’America’”, conclude la nota citando il motto della campagna elettorale”.

    Veneril 9 dicembre il presidente Barack Obama aveva disposto una verifica “completa” circa le presunte attività di hackeraggio e intrusioni legate alle elezioni presidenziali americane, chiedendo un rapporto esaustivo prima che lasci la Casa Bianca il prossimo 20 gennaio.

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