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    Un chitarrista presente alla sparatoria di Las Vegas ha cambiato idea sulle armi da fuoco

    Credit: Caleb Keeter

    Caleb Keeter, chitarrista del gruppo country texano Josh Abbott Band che ha partecipato al Route 91 Harvest festival, era presente alla strage in cui Stephen Paddock ha ucciso almeno 59 persone

    Di Andrea Lanzetta
    Pubblicato il 3 Ott. 2017 alle 10:38 Aggiornato il 12 Set. 2019 alle 00:35

    Un chitarrista statunitense, Caleb Keeter, ha cambiato idea sul possesso di armi da fuoco da parte di privati cittadini, dopo aver assistito alla strage avvenuta a Las Vegas il 1 ottobre, quando il pensionato Stephen Paddock ha ucciso almeno 59 persone e ne ha ferite 527, a colpi di armi automatiche.

    Keeter fa parte del gruppo country texano Josh Abbott Band che ha partecipato al Route 91 Harvest festival, la manifestazione a cui stavano assistendo le vittime del massacro. L’orribile esperienza dell’attacco portato a termine da Paddock ha scosso a tal punto il musicista, che ha deciso di pubblicare una dichiarazione sul proprio profilo Twitter per spiegare le ragioni del suo cambio di opinione.

    “Sono stato un sostenitore del Secondo emendamento per tutta la vita”, ha scritto Keeter su Twitter, riferendosi all’articolo della Costituzione statunitense che concede a tutti i cittadini il diritto di possedere armi. “Non riesco a esprimere quanto mi sbagliassi”, si può leggere nella dichiarazione del musicista.

    Subito dopo l’attacco, la band era riuscita a mettersi in salvo, tranquillizzando anche il pubblico a riguardo, attraverso i propri profili social. In quei momenti, il gruppo non ha potuto far altro che fuggire dagli spari.

    Come racconta Keeter infatti, nonostante alcuni membri del gruppo possiedano legali licenze di porto d’armi e sul pullmann del tour fossero presenti armi da fuoco, i musicisti non hanno potuto usarle per difendersi.

    “Erano inutili”, ha scritto il chitarrista. “Non abbiamo potuto toccare le nostre armi per paura che la polizia potesse pensare che fossimo complici del massacro e ci sparasse” ha aggiunto Keeter infrangendo un tabù dei sostenitori dell’attuale politica sulle armi da fuoco negli Stati Uniti.

    L’autodifesa è infatti la giustificazione principale di chi si oppone alla revisione del Secondo emendamento della Costituzione statunitense e alla limitazione della diffusione di questi strumenti mortali tra il pubblico.

    Le sensazioni provate dal chitarrista sono state sufficienti per “rendersi conto che la situazione è completamente e totalmente fuori controllo”. “Abbiamo bisogno del controllo delle armi, adesso”, ha aggiunto Keeter.

    Nel corso degli anni, il musicista aveva sostenuto il diritti costituzionale dei cittadini statunitensi di detenere armi da fuoco, sostenendo in altri interventi sul proprio profilo Twitter di aver paura che la restrizione della diffusione di questi strumenti potesse preludere a una riduzione dei diritti dei cittadini e a un eccessivo potere da parte del governo federale.

    In un altro tweet pubblicato lunedì 2 ottobre, il chitarrista si è detto dispiaciuto di non aver agito in merito prima. “Ho visto accadere tutto questo per anni e non ho fatto niente”, ha scritto Keeter.

    “Ora voglio fare tutto quello che posso” ha concluso il chitarrista statunitense.

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