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    “Il gigante buono”: chi era l’afroamericano morto soffocato dalla polizia negli Usa

    Di Lara Tomasetta
    Pubblicato il 27 Mag. 2020 alle 18:34 Aggiornato il 27 Mag. 2020 alle 19:00

    “Lasciatemi, non riesco a respirare”: sono le ultime drammatiche parole di George Floyd, un cittadino afroamericano morto negli Stati Uniti dopo essere stato ammanettato dalla polizia e soffocato, bloccato a terra con un ginocchio dell’agente sul collo. L’uomo era stato fermato durante un controllo, nella città di Minneapolis. La scena è diventata virale grazie a un video girato da un passante, che ora scuote l’intero Paese.

    Il video in questione ha provocato enormi proteste negli Stati Uniti. Per l’ex giocatore NBA Stephen Jackson, però, ha significato qualcosa in più: Jackson e Floyd erano infatti amici fraterni essendo cresciuti insieme in Texas, come ha ricordato lo stesso Jackson in lacrime su Instagram. “Tutti sanno che ci chiamavamo l’un l’altro ‘Gemello’. Era andato in Minnesota per cambiare la sua vita guidando camion, gli avevo mandato due o tre scatole di vestiti, stava facendo la cosa giusta. E voi avete ucciso mio fratello. Ora andrò a Minneapolis, farò tutto ciò che mi è possibile per non far passare la vicenda sotto silenzio”.

    Floyd era stato fermato dalla polizia al 3700 di Chicago Avenue South a seguito di una chiamata per presunta contraffazione di un documento o di un assegno e “appariva sotto gli effetti di alcool e droga”. Secondo il racconto degli agenti Floyd, che si trovava all’interno di un auto, ha opposto resistenza all’arresto quando gli è stato chiesto di uscire.

    Davanti a diversi passanti che hanno iniziato a riprendere la scena, un poliziotto lo ha bloccato a terra con un ginocchio all’altezza del collo rimanendo in quella posizione con tutto il peso del corpo per diversi minuti nonostante le proteste dei presenti e dello stesso Floyd, che più volte si è lamentato e ha detto di non riuscire a respirare, fino a rimanere a terra privo di sensi. “Quando gli agenti sono riusciti a mettergli le manette si sono accorti che stava avendo un problema medico” è stata la versione ufficiale del Minneapolis Police Department, smentita da diversi testimoni. Floyd è poi morto poco dopo in ospedale.

    Chi era George Floyd

    George Floyd abitava a St. Louis Park, un sobborgo di Minneapolis, l’uomo è stato dichiarato morto alle 21.25 di lunedì 25 maggio all’ospedale di Hennepin. Jovanni Thunstrom, che aveva assunto George Floyd come buttafuori nel suo ristorante, ha dichiarato di non riuscire a credere a ciò che ha visto nel video. “È difficile credere che un agente di polizia farebbe una cosa del genere”, ha dichiarato Thunstrom, che era anche il padrone di casa di Floyd. “La minaccia non era tale da giustificare la forza eccessiva usata su di lui”. Thunstrom e Floyd erano amici e George lavorava per lui ormai da 5 anni. “Nessuno poteva dire niente di negativo su George. Sono tutti scioccati dalla sua morte. Non ha mai causato una rissa o è stato scortese con le persone”.

    Thunstrom e Floyd si erano visti l’ultima volta una settimana fa per l’affitto, George gli aveva detto che stava cercando un lavoro, dato che il ristorante dove lavorava era chiuso da marzo per via del Covid. “Spero che qualcosa cambi, perché ho perso un amico”, ha dichiarato Thunstrom.

    George viene descritto dai fratelli come un gigante buono, “una persona che non avrebbe fatto del male a nessuno”. A parlare in un’intervista video alla CNN è il fratello, Philonise Floyd, che alzando la foto di George ha dichiarato: “Gli hanno messo un ginocchio sul collo, si sono seduti su di lui e sono andati avanti. Lo hanno trattato peggio di un animale”. Anche l’altro fratello di George, Rodney Floyd, ha affermato che non crede che lui stesse opponendo resistenza all’arresto. “Hai gli occhi. Ho gli occhi. Puoi vedere anche tu. La nazione ha visto e ogni persona di colore ha visto la stessa cosa, perché non succede a nessun altro”, ha detto Rodneyin un’intervista andata in onda su “CBS This Morning”.

    Ieri pomeriggio alcuni manifestanti hanno protestato contro la brutalità degli agenti fuori dal terzo distretto di polizia di Minneapolis e altre manifestazioni sono annunciate per le prossime ore dove Floyd è morto e dove è sorto una sorta di “memoriale” improvvisato.

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