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    Tensione a Washington per il corteo dei suprematisti bianchi, un anno dopo gli scontri di Charlottesville

    CrediT: Alex Wroblewski/Getty Images/AFP

    Massima allerta per le manifestazioni nell'anniversario degli scontri dell'agosto 2017 in Virginia

    Di Enrico Mingori
    Pubblicato il 12 Ago. 2018 alle 20:54 Aggiornato il 11 Set. 2019 alle 23:44

    Sono ore di alta tensione a Washington, negli Stati Uniti, per il primo anniversario degli scontri di Charlottesville, in Virginia, in cui la 32enne attivista Heather Heyer fu investita e uccisi da suprematisti bianchi durante una protesta contro una manifestazione dell’ultra-destra.

    Davanti alla Casa Bianca è stato organizzato un corteo dei suprematisti di Unite the Right, la stessa rete della manifestazione di un anno fa nella città della Virginia, e gruppi antifascisti e ‘liberal’ hanno annunciato una contro-manifestazione.

    Per tutti vale il divieto di portare armi, imposto dalle autorità anche a chi possiede una licenza.

    Gli organizzatori della manifestazione dell’ultra-destra hanno invitato a portare bandiere degli Stati Uniti o dei confederati e a non rispondere alla contromanifestazione.

    “Non so cosa accadrà esattamente, ma probabilmente non sarà niente di buono”, ha twittato il leader dell’Alt right, Richard Spencer, che ha fatto sapere che non sarà in piazza.

    A Charlottesville per la ricorrenza sono stati schierati un migliaio di poliziotti e sono stati vietati tutti i cortei.

    Il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, che un anno fa aveva biasimato “entrambe le parti” per le violenze che causarono anche una ventina di feriti, ha scritto su Twitter: “Condanno tutti i tipi di razzismo e atti di violenza. Pace per tutti gli americani! Dobbiamo essere uniti come nazione”.

    La figlia del presidente, Ivanka, ha invece preso posizione espressamente contro i suprematisti.

    “Nel nostro grande Paese non c’è posto per la supremazia bianca, il razzismo e il neo-nazismo”, ha tweettato.

    Cosa accadde un anno fa a Charlottesville

    L’11 agosto 2017 alcune centinaia di manifestanti di estrema destra marciarono verso la University of Virginia, a Charlottesville, per protestare contro la decisione di rimuovere la statua del generale Robert E. Lee, che aveva guidato le forze della confederazione schiavista durante la guerra civile americana.

    I manifestanti avevano torce in mano e urlarono cori razzisti tra cui “white lives matter” (“la vita dei bianchi conta”) e “gli ebrei non ci rimpiazzeranno”.

    Per rispondere al corteo razzista, un gruppo più piccolo di contro-manifestanti circondò la statua di Thomas Jefferson presso la University of Virginia, tenendo uno striscione che recitava “Gli studenti dell’università della Virginia agiscono contro la supremazia bianca”.

    Il giorno successivo, una delle manifestanti anti-razziste, Heather Heyer, 32 anni, rimase uccisa, travolta da un’auto guidata da un suprematista bianco che si lanciò contro il corteo. Altre 30 persone rimasero ferite negli scontri.

    Il presidente Trump condannò l’accaduto, ma fu aspramente criticato per non aver nominato i neonazisti e i suprematisti bianchi e per non aver preso espressamente posizione contro questi gruppi.

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