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    Regeni, Al-Sisi: “L’omicidio di Giulio un crimine per rovinare i rapporti con l’Italia”

    Credit: AFP PHOTO / POOL / CHARLES PLATIAU

    Durante la cerimonia di inaugurazione del grande giacimento di Zohr, il presidente egiziano è tornato a parlare della morte di Giulio Regeni

    Di Lara Tomasetta
    Pubblicato il 31 Gen. 2018 alle 17:20 Aggiornato il 10 Set. 2019 alle 21:59

    L’inaugurazione del giacimento di gas di Zohr, tenutasi il 31 gennaio, sancisce la ripresa totale dei rapporti economici e diplomatici tra Italia ed Egitto.

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    Situato a 180 chilometri da Port Said, a 1.500 metri di profondità, Zohr è uno dei sette progetti record dell’Eni. Con il suo contributo a breve sarà in grado di soddisfare parte della domanda egiziana di gas naturale per i prossimi decenni.

    All’inaugurazione, trasmessa integralmente in diretta tv, erano presenti l’amministratore delegato Eni, Claudio De Scalzi e l’ambasciatore italiano Giampaolo Cantini.

    “Non smetteremo di cercare i criminali che hanno fatto questo per consegnarli all’autorità giudiziaria”, ha detto il presidente egiziano Al-Sisi parlando di Giulio Regeni, il giovane ricercatore il cui cadavere venne ritrovato alla periferia del Cairo proprio due anni fa, esattamente il 3 febbraio 2016.

    Il presidente, candidato alle prossime elezioni presidenziali che si terranno in Egitto dal 26 al 28 marzo, ha sostenuto che il caso di Giulio Regeni è stato un crimine commesso “per rovinare i rapporti con l’Italia e per danneggiare l’Egitto”.

    Leggi anche: Elezioni presidenziali in Egitto: la corsa (quasi) in solitaria di Al-Sisi

    Non è la prima volta che Al-Sisi parla della morte di Regeni in questi termini: anche a novembre 2017, in occasione di una conferenza stampa a Sharm el Sheikh, il presidente egiziano aveva detto che il caso Regeni “era stato un tentativo di distruggere l’iniziativa di investimenti finanziari di alcuni uomini d’affari italiani”.

    “Il caso di Regeni ha posto fine a questo progetto e noi siamo stati i più colpiti”, aveva insistito il presidente.

    Il presidente oggi ha rinnovato, ancora una volta, le sue condoglianze e la vicinanza alla famiglia del ricercatore italiano e ha aggiunto: “Non ci dimenticheremo del caso Regeni e non ci fermeremo finché i responsabili non saranno consegnati alla giustizia”.

    “L’Italia è rimasta al nostro fianco anche dopo il fatto di Regeni – ha aggiunto il presidente Al-Sisi – anche perché c’era chi puntava proprio a rovinare i nostri rapporti”.

    Poi, riferendosi alle rivolte della Primavera Araba del 2011, ha detto: “Quello che è accaduto nel 2011 non succederà più. Non permetterò a nessuno di distruggere questo paese”.

    Le sue dichiarazioni sono arrivate come un messaggio chiaro al gruppo di ex candidati che nei giorni scorsi ha lanciato una petizione per boicottare le prossime elezioni presidenziali.

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