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    Scoperti oltre 150 casi di stupri e violenze sessuali in Lapponia

    Credit: Afp

    La polizia norvegese ha identificato 82 vittime, di età compresa tra i quattro e i 75 anni, e 92 sospetti. Le aggressioni sono avvenute nell'arco di più di 60 anni

    Di Giuseppe Loris Ienco
    Pubblicato il 29 Nov. 2017 alle 08:50 Aggiornato il 10 Set. 2019 alle 19:00

    La polizia norvegese ha scoperto 151 presunte aggressioni sessuali, tra le quali anche violenze su minori, avvenute in una piccola comunità della Lapponia nell’arco di più di 60 anni, dal 1953 a oggi.

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    L’inchiesta è stata aperta dopo la pubblicazione sul quotidiano norvegese “Verdens Gang” delle testimonianze di 11 uomini e donne che hanno affermato di essere stati aggrediti a Tysfjord, un comune di duemila abitanti della contea di Nordland, nella parte settentrionale della Norvegia.

    La polizia ha identificato 82 vittime di età compresa tra i quattro e i 75 anni e 92 sospetti, tra i quali anche tre donne. Alcuni di loro sono stati a loro volta vittime di aggressioni a sfondo sessuale.

    Finora due persone sono state accusate di dieci aggressioni in totale. La polizia ha detto che presto potrebbero arrivare nuove accuse.

    Tra i 151 presunti casi di violenza sessuale vi sono almeno 43 stupri, tre dei quali compiuti su bambini. Un centinaio di questi reati non sono più perseguibili perché caduti in prescrizione.

    Il caso evidenzia la sfiducia che da sempre contraddistingue i rapporti tra le autorità nazionali e la comunità indigena sami, cui appartengono la maggior parte delle vittime e dei sospettati.

    I sami, noti anche come lapponi, vivono nella parte settentrionale della Norvegia. Molti di loro sono seguaci del laestadianesimo, un movimento luterano nato nella metà del diciannovesimo secolo.

    La popolazione sami che ancora vive in Norvegia è stimata tra le 40mila e le 60mila unità.

    Nel 1997 il re di Norvegia Harald V si scusò ufficialmente con i sami, tradizionalmente vittime di discriminazioni nel paese del nord Europa.

    Il loro stile di vita, strettamente legato all’ambiente, è da molti anni minacciato da estrazioni minerarie e disboscamenti che sottraggono spazi dedicati all’allevamento e alla pesca.

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