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    Caos in Kazakistan: “decine” di manifestanti uccisi, interviene la Russia. Cosa sta succedendo

    Credit: Ansa foto
    Di Marco Nepi
    Pubblicato il 6 Gen. 2022 alle 11:34 Aggiornato il 7 Gen. 2022 alle 15:45

    Caos in Kazakistan: “decine” si manifestanti uccisi, interviene la Russia. Cosa sta succedendo

    “Decine” di manifestanti sono stati uccisi dalla polizia la scorsa notte in Kazakistan, dove continuano le proteste senza precedenti per il rincaro del carburante. Un terremoto che ha scosso uno dei principali produttori di petrolio al mondo, spingendo la Russia a inviare truppe per “stabilizzare” il paese.

    La missione dei soldati russi, intervenuti per conto di un’alleanza composta da ex paesi sovietici, durerà “circa un mese”. Ad affermarlo è il vicepresidente della Commissione difesa del parlamento russo, il quale ha spiegato che il compito delle truppe dell’Organizzazione del trattato per la sicurezza collettiva (Csto) sarà quello di “contribuire a neutralizzare gli istigatori della violenza e mettere in sicurezza le infrastrutture strategiche”. Anche il presidente della Csto, il primo ministro armeno Nikol Pashinyan, ha detto che le truppe saranno inviate “per un periodo limitato” con l’obiettivo di stabilizzare e normalizzare la situazione. In un post su Facebook, il capo dell’alleanza che riunisce Russia, Armenia, Bielorussia, Kazakistan, Kirghizistan e Tagikistan, ha anche attribuito a “interferenze esterne” le proteste, che ieri hanno portato alle dimissioni del governo kazako.

    La decisione, presa dal presidente Kassym-Jomart Tokayev dopo tre giorni di proteste, non ha fermato i manifestanti, che hanno comunque preso d’assalto la sede del comune di Almaty, la principale città del paese. Il presidente Tokayev ha risposto promettendo il pugno di ferro contro i manifestanti, dopo aver dichiarato che durante gli scontri sono morti diversi agenti delle forze dell’ordine.

    Secondo quanto dichiarato oggi da un portavoce della polizia kazaka, la scorsa notte “decine” di manifestanti sono stati uccisi ad Almaty. Il portavoce Saltanet Azirbek ha dichiarato all’emittente Khabar-24 che le “forze estremiste” avevano tentato di prendere d’assalto edifici amministrativi e anche sedi della polizia nella capitale economica del paese. In un filmato diffuso dall’agenzia di stampa Tass si vedono soldati in assetto di guerra che sparano ad altezza d’uomo, anche se i manifestanti non sono inquadrati, e si odono gli spari.

    Sempre ad Almaty, secondo quanto riportato dalla televisione di Stato di Nur-Sultan, gruppi di rivoltosi hanno circondato due ospedali, intralciando il trasferimento dei feriti. Secondo i media ufficiali, i “terroristi” stanno utilizzando civili come “scudi umani”, “ostacolando” gli interventi per ristabilire l’ordine.

    Secondo il ministero dell’Interno kazako, citato dai media locali, finora sono rimasti uccisi almeno 8 membri delle forze dell’ordine, e altri sono rimasti 137 feriti. Il viceministro della Sanità kazako, Azhar Guiniyat, ha dichiarato all’emittente tv Khabar-24 che più di mille persone sono rimaste ferite, di cui almeno 400 ricoverati in ospedale e 62 in terapia intensiva.

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