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    Brasile, Lula condanna l’attacco “vandalo e fascista” contro le istituzioni: “I terroristi saranno puniti”

    Di Marco Nepi
    Pubblicato il 9 Gen. 2023 alle 08:45

    Brasile, Lula condanna l’attacco “vandalo e fascista” contro le istituzioni: “I terroristi saranno puniti”

    Un attacco “vandalo e fascista” contro le istituzioni democratiche. Così il presidente Lula ha definito l’assalto dei sostenitori del suo predecessore, Jair Bolsonaro, ai palazzi del potere del Brasile, assicurando che i “terroristi” saranno “puniti in modo esemplare”.

    L’ex sindacalista, alla prima settimana del suo nuovo mandato alla guida del Brasile, si trovava in visita alle popolazioni alluvionate nello stato di San Paolo quando migliaia di manifestanti di destra hanno invaso le sedi del parlamento, della presidenza e della corte costituzionale a Brasilia. “Tutti i responsabili saranno individuati e giudicati, e verranno puniti in maniera esemplare con tuta la forza della legge”, ha detto Lula in conferenza stampa, annunciando un “intervento federale” nella capitale brasiliana per portare temporaneamente i poteri di polizia sotto il controllo del governo centrale. Lula ha anche accusato le forze dell’ordine della capitale di aver dimostrato “incompetenza, malafede o malizia” e hanno promesso misure in tempi rapidi, definendo “vandali, neofascisti e fanatici” chi ha preso parte all’azione avvenuta nel pomeriggio di ieri.

    Secondo il ministro della Giustizia di Lula, Flavio Dino, a essere “politicamente responsabile” degli attacchi è Bolsonaro, sconfitto alle elezioni dello scorso ottobre. “Chiaro che la responsabilità politica di Jair Bolsonaro è inequivocabile. La responsabilita’ legale, poi, spetta ovviamente alla magistratura, alla procura della Repubblica. Tutti coloro che però vogliono polarizzare, istigare la pratica dei crimini, l’estremismo, sono politicamente responsabili, per azione o per omissione”, ha detto Dino.

    Accuse rigettate dall’ex presidente, che ha lasciato il paese poche ore prima dell’inaugurazione di Lula, il 1° gennaio. “Respingo le accuse, senza prove, attribuitemi dall’attuale capo dell’esecutivo del Brasile”, ha detto Bolsonaro, che si trova ora in Florida. “Durante tutto il mio mandato sono sempre stato nel perimetro della Costituzione, rispettando e difendendo le leggi, la democrazia, la trasparenza e la nostra sacra libertà”, ha aggiunto l’ex capitano dell’esercito, sostenendo che le “manifestazioni pacifiche, secondo la legge, fanno parte della democrazia” mentre “i saccheggi e le invasioni di edifici pubblici come quelli di oggi, così come quelli praticati dalla sinistra nel 2013 e nel 2017, sono illegali”.

    Sempre in Florida, come Bolsonaro, si trova Anderson Torres, funzionario contro cui è stata spiccata dalle autorità brasiliane una richiesta di arresto immediata. Ex ministro della Sicurezza durante la presidenza Bolsonaro, Torres aveva assunto il ruolo di segretario di Pubblica sicurezza del Distretto federale di Brasilia. Su Twitter, si era rammaricato per le “scene deplorevoli avvenute nella spianata dei ministeri”, assicurando di avere “impartito disposizioni precise alla polizia per ristabilire l’ordine”.

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