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    Brasile, complotto contro Lula: “I magistrati volevano escluderlo dalle elezioni”

    Di Futura D'Aprile
    Pubblicato il 11 Giu. 2019 alle 10:07 Aggiornato il 10 Set. 2019 alle 20:23

    Brasile complotto Lula | Luiz Inacio Lula da Silva | Lula presidente

    Brasile complotto Lula – L’incarcerazione dell’ex presidente del Brasile Inacio Lula da Silva è stata un complotto per evitare che il candidato del Partito dei Lavoratori vincesse nuovamente le elezioni del 2018.

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    Questo quanto emerge da una serie di documenti riservati, mail, discussioni in chat private, foto, filmati parzialmente pubblicati da The intercept, il sito di notizie di Glenn Greenwald, l’uomo che aiutò Edward Snowden a svelare il sistema di sorveglianza globale gestito dall’intelligence degli Usa.

    Al centro dell’inchiesta vi sarebbe il giudice Sergio Moro (attuale ministro della Giustizia nel governo di Jair Bolsonaro) e che aveva portato alla prima condanna nel 2017 dell’ex presidente Lula.

    Brasile complotto Lula | Il comportamento “non etico” di Moro

    Secondo quanto afferma The intercept, Moro ha tenuto una serie di “comportamenti non etici e inganni sistematici” nel corso dell’inchiesta Lavajato (“Autolavaggio”) e in privato, nel corso di conversazioni private con altri magistrati, avrebbe espresso i suoi “dubbi circa gli indizi per stabilire la colpevolezza di Lula”.

    I dubbi dei magistrati che hanno condannato il leader del PT riguardavano il cuore dell’impianto accusatorio, ossia che Lula avesse realmente ricevuto l’appartamento in cambio di favori all’impresa di costruzione Oas e che avesse effettivamente un ruolo nello scandalo che ha interessato la compagnia petrolifera brasiliano, la Petrobras.

    Il vero obiettivo dei magistrati, quindi, era abbattere le speranze del PT di vincere le elezioni brasiliane, tenendo fuori Lula dalla competizione elettorale.

    Come spiega Greenwald in un tweet, “Si tratta dell’inizio di ciò che intendiamo rivelare in merito alla condotta non etica di Moro e dei magistrati”.

    L’intervista prima delle elezioni

    Una delle maggiori preoccupazioni dei magistrati, si evince ancora dalle chat private, era un’intervista che Lula doveva rilasciare prima delle elezioni e avrebbe potuto aiutare Fernando Haddad, candidato del Pt al posto dell’ex presidente.

    I giudici hanno prima pensato di renderla una conferenza stampa aperta a tutti i giornalisti e poi di rimandarla a dopo le urne.

    Ma non finisce qui. Moro, che si è sempre presentato come imparziale, in segreto avrebbe collaborato con la task force della Lava Jato per allestire l’impianto accusatorio contro Lula dal 2015 al 2017.

    Si attendono adesso maggiori dettagli e la pubblicazione del resto dell’inchiesta di The intercept.

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