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    Ogni settimana 12mila bambini rohingya fuggono dalla Birmania, secondo l’Unicef

    Una famiglia rohingya nella terra di nessuno al confine tra la Birmania e il Bangladesh. Credit: Afp

    Il Fondo delle Nazioni Unite per l’infanzia ha chiesto alla comunità internazionale di intervenire a sostegno dei minori rohingya perseguitati in Birmania

    Di Andrea Lanzetta
    Pubblicato il 20 Ott. 2017 alle 09:01 Aggiornato il 10 Set. 2019 alle 19:24

    L’Unicef, il Fondo delle Nazioni Unite per l’infanzia, ha lanciato l’allarme sulla situazione dei minori appartenenti alla minoranza musulmana rohingya presente al confine tra Bangladesh e Birmania. Secondo l’Onu infatti, sono almeno 12mila ogni settimana i bambini costretti a fuggire dalle violenze dell’esercito e dei nazionalisti birmani.

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    L’Unicef sostiene inoltre come siano almeno 320mila i bambini rohingya a essersi rifugiati in Bangladesh dalla Birmania dalla fine di agosto. Soltanto negli ultimi giorni sono 10mila i minori che hanno attraversato la frontiera tra i due paesi asiatici.

    Questi bambini sono a rischio di contrarre malattie e di subire abusi di ogni tipo. “Molti piccoli rifugiati rohingya hanno assistito ad atrocità in Birmania che nessun bambino dovrebbe vedere”, ha detto Anthony Lake, direttore esecutivo dell’Unicef.

    L’Unicef ha sottolineato la situazione disperata in cui si trovano i minori oggetto di questa vera e propria crisi umanitaria. “Questi bambini hanno urgente bisogno di cibo, acqua potabile, igiene e vaccinazioni per essere protetti dalle malattie che prosperano in situazioni di emergenza”, ha aggiunto Lake.

    “Hanno bisogno di aiuto per superare tutto ciò che hanno sopportato, hanno bisogno di istruzione e di speranza”.

    Secondo il Fondo delle Nazioni Unite per l’infanzia, i bambini ospitati nei campi profughi in Bangladesh presentano segni di malnutrizione acuta.

    In questi campi mancano i servizi essenziali per le partorienti e i neonati. “Questa crisi sta rubando ai bambini l’infanzia, ma non dobbiamo lasciare che gli rubi anche il futuro”.

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