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    Perché una piccola città degli Stati Uniti stampa banconote di legno

    Di TPI
    Pubblicato il 14 Feb. 2018 alle 10:57 Aggiornato il 12 Set. 2019 alle 00:23

    Correva l’anno 1931 e la piccola città di Tenino, nello stato americano di Washington, come tutti gli Stati Uniti fu colpita dalla grande depressione. Nel dicembre di quell’anno la Citizen Bank, piccola banca locale, arrivò a esaurire i propri soldi e chiuse i battenti.

    Durante quell’anno ben mille banche chiusero i battenti in tutti gli Stati Uniti, e la Citizen Bank rappresentava l’unico istituto di credito di Tenino, cosa che rese la crisi economica ancora più grave in questa piccola città.

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    Mentre i cittadini erano molto preoccupati per i propri risparmi, Don Major, editore del quotidiano locale Thurston County Independent, si recò in Consiglio comunale e propose di sostituire temporaneamente i soldi con qualcos’altro per portare avanti qualsiasi transazione finanziaria in quel periodo.

    Molte città, che si erano trovate in condizioni simili, avevano stampato assegni o pagherò per l’occasione. Tuttavia, Major ebbe un’idea diversa che renderà molto famosa la piccola città di Tenino. L’editore iniziò dunque a realizzare banconote in legno, fatte su tranci di abete di dimensioni simili a quelle delle banconote di dollari, cui iniziò ad attribuire un valore.

    Questa iniziativa attirò l’attenzione di risparmiatori di tutto il paese, che si recarono nella piccola città del nord ovest per ottenere le nuove banconote in legno.

    “L’iniziativa funzionò meglio del previsto” ha dichiarato Loren Ackerman, che oggi continua a stampare banconote in legno commemorative a Tenino. Il Tenino Depot Museum conserva ancora la vecchia macchina con cui venivano realizzate queste banconote e molte testimonianze del periodo in cui la città iniziò a produrre le singolari banconote.

    Dopo la fine della grande depressione, infatti, la città di Tenino continuò a stampare banconote di legno. Ancora oggi, le banconote di legno possono essere acquistate in diversi luoghi della città e persino spese: ben 15 esercizi commerciali, infatti, le accettano ancora oggi.

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