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    Austria, nuovo governo: Sebastian Kurz abbandona la destra populista e si allea con i Verdi

    Credit: Twitter/Sebastian Kurz

    A tre mesi dal voto formato il nuovo esecutivo in Austria

    Di Anna Ditta
    Pubblicato il 3 Gen. 2020 alle 09:47

    Austria, nuovo governo: Sebastian Kurz abbandona la destra populista e si allea con i Verdi

    L’Austria ha un nuovo governo: il partito popolare austriaco di Sebastian Kurz si è alleato con i Verdi di Werner Kogler, formando un esecutivo a tre mesi dalle elezioni politiche. L’alleanza rappresenta una svolta per il paese dal momento che fino allo scorso maggio, Kurz aveva governato il paese insieme all’estrema destra Fpoe. Ora per la prima volta invece i Verdi austriaci saranno al governo.

    Il governo, presentato ieri, è formato da dieci ministri conservatori (Oevp) e quattro verdi. “La ripartizione degli incarichi corrisponde alle priorità di ogni partito”, ha spiegato Kurz. Ai conservatori i dicasteri di Finanze, Interni ed Esteri, mentre ai verdi andranno Ambiente, Giustizia, Affari sociali e Cultura.

    L’obiettivo della nuova coalizione dal punto di vista ambientale è quello di condurre l’Austria verso la neutralità dal carbone entro il 2040.

    L’accordo di governo è stato definito da Kurz “un eccellente risultato” di negoziati “non facili”. “Siamo riusciti a unire il meglio dei due mondi”, ha aggiunto il cancelliere incaricato. Per il leader dei Verdi, Werner Kogler, i due partiti sono riusciti a “costruire ponti” per formare un governo per “il futuro dell’Austria”.

    “Un governo verde-turchese in Austria può essere un vero modello per il futuro”, ha scritto il presidente del gruppo del Ppe al Parlamento europeo, il tedesco Manfred Weber, congratulandosi con i due leader per l’accordo. “Non vedo l’ora di lavorare con voi”, ha aggiunto.

    Alle elezioni di settembre scorso i popolari di Sebastian Kurz avevano trionfato ottenendo oltre il 37 per cento, mentre l’ultradestra era in calo al 16 per cento. I Verdi si erano aggiudicati invece il 13 per cento. Al secondo posto erano arrivati i socialdemocratici con il 21 per cento.

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