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    L’Austria ha deciso cosa fare della casa natale di Hitler

    Il governo vuole impedire che l'edificio diventi un luogo di pellegrinaggio dei neonazisti, ma ha deciso di non demolirla, come inizialmente proposto

    Di TPI
    Pubblicato il 15 Dic. 2016 alle 20:50 Aggiornato il 10 Set. 2019 alle 16:46

    La casa natale di Adolf Hitler, nella cittadina di Braunau am Inn, in Alta Austria, ospiterà la sede di una associazione caritatevole per disabili. La decisione, come riporta la Bbc online, arriva dopo che mercoledì 14 dicembre 2016 il parlamento austriaco ha approvato una legge che permette l’espropriazione dell’edificio.

    La proprietaria della casa, una pensionata di nome Gerlinde Pommer, si era sempre rifiutata di vendere o di permetterne la ristrutturazione, e adesso sarà compensata dal governo. 

    Per anni il governo ha pagato alla Pommer un generoso canone di affitto per cercare di impedire che l’immobile potesse diventare un’attrazione turistica per un pubblico di estrema destra.

    Martedì 13 dicembre il ministro degli Interni Wolfgang Sobotka, che a luglio aveva detto che la casa sarebbe stata abbattuta, ha smentito che la demolizione dell’abitazione.

    In una nota, Soboka, insieme al sindaco di Braunau am Inn, ha comunicato che questa diventerà “un chiaro simbolo contro i crimini commessi da Adolf Hitler”. Le autorità non hanno demolito la casa “per non distruggere un pezzo di storia del paese”. Tuttavia, il timore era che l’edificio diventasse un luogo di pellegrinaggio per i gruppi neonazisti, così si è scelta la soluzione di offrirla a Lebenshilfe, una associazione caritatevole per disabili.

    La famiglia Hitler ha vissuto nella casa di Braunau sul fiume Inn per soli tre anni intorno alla data di nascita di Adolf, il 20 aprile 1889, ma il destino dell’edificio di tre piani di un colore giallo pallido è da tempo oggetto di controversia.

    La Germania nazista annesse l’Austria nel 1938. Si discute ancora se gli austriaci siano stati complici consenzienti, dato che molti di loro reagirono con entusiasmo al ritorno in patria di Adolf Hitler, o se al contrario siano stati le prime vittime della dittatura che avrebbe ridotto in macerie l’Europa e fatto decine di milioni di vittime.

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