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    Sette attiviste sono state arrestate in Arabia Saudita

    Lujain al-Hathloul, una delle attiviste arrestate

    Le attiviste si battevano per il diritto delle saudite di guidare e per l'abolizione del sistema del guardiano, che limita fortemente le libertà delle donne

    Di Futura D'Aprile
    Pubblicato il 19 Mag. 2018 alle 13:58 Aggiornato il 10 Set. 2019 alle 20:24

    Sette attiviste sono state arrestate in Arabia Saudita, secondo quanto riportato da Human Rights Watch e dal Gulf Centre for Human Rights.

    Le donne si sono battute per anni per l’abolizione del divieto di guida e del sistema del guardiano, che obbliga le saudite ad avere il permesso scritto del padre, del fratello, del marito o di un parente per lavorare, viaggiare, gestire affari.

    “La campagna di ‘riforme’ del principe ereditario  Mohammad bin Salman ha spaventato chi davvero voleva dar voce al tema dei diritti umani e della libertà delle donne”, ha dichiarato Sarah Leah Whitson, direttrice della sezione del Medio Oriente di Human Rights Watch.

    “Il messaggio è chiaro: chiunque esprima il proprio scetticismo sull’agenda delle riforme del principe finisce in prigione”.

    Tra le donne detenute ci sono anche Eman al-Nafjan, una blogger saudita, e Lujain al-Hathloul, attivista per i diritti umani che aveva già passato 75 giorni in carcere per aver cercato di attraversare in macchina il confine tra gli Emirati Arabi Uniti e l’Arabia Saudita.

    Le donne arrestate hanno fatto sapere che la Corte aveva ordinato loro di non parlare con i media l’anno scorso, quando era stata annunciata l’eliminazione della legge che vietava alle donne di guidare.

    Il merito della riforma, infatti, doveva essere unicamente del re e non del lavoro svolto dalle attiviste saudite.

    Dal 24 giugno, le donne in Arabia Saudita potranno guidare per la prima volta nel paese, “in sintonia con la legge islamica”.

    A dare la notizia dell’arresto di alcune attiviste nella giornata di venerdì 18 maggio era stato il Gulf Centre for Human Rights.

    Secondo gli attivisti, al-Hathloul non può comunicare con la propria famiglia o con i suoi avvocati da quando è stata arrestata, mentre al-Nafjan è riuscita a mettersi in contatto con i familiari solo una volta.

    Le tre donne sarebbero state accusate di tradimento e di aver cospirato per dividere il Paese, secondo quanto riportato da alcune fonti saudite.

    La autorità hanno fatto sapere di aver arrestato 7 persone per tradimento, ma non hanno reso noti i nomi dei detenuti.

    Le riforme in Arabia Saudita

    Probabilmente la decisione di eliminare il divieto di guida per le donne è stato deciso dal principe ereditario, che sta cercando di portare avanti il suo piano di riforme “Vision 2030”.

    Mohamed Bin Salman aveva promesso il ritorno all’Islam moderato durante un forum economico tenutosi il 24 ottobre nella capitale saudita Riad.

    Il 18 aprile 2018, per esempio, è stato inaugurato a Riad, capitale dell’Arabia Saudita, il primo cinema dopo 35 anni.

    Il clero saudita negli anni Settanta aveva decretato la chiusura di tutte le sale nel paese, nel rispetto della legge islamica.

    Tuttavia, in Arabia Saudita vigono ancora alcune tra le restrizioni più severe al mondo per le donne, nonostante le ambiziose riforme del governo.

    Le saudite sono ancora sottoposte al sistema del guardiano, che le obbliga ad avere il permesso scritto del padre, del fratello, del marito o di un parente per lavorare, viaggiare, gestire affari.

    Dal 2011, circa 30 attivisti e dissidenti sono state arrestati in Arabia Saudita, molti dei quali sono stati condannati fino a 15 anni di carcere, secondo la Human Rights Watch.

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