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    Restiamo uniti: non lasciate che vincano i terroristi

    Il pensiero della giornalista italiana e musulmana Sabika Shah Povia dopo gli attentati terroristici che hanno colpito Bruxelles il 22 marzo 2016

    Di Sabika Shah Povia
    Pubblicato il 23 Mar. 2016 alle 13:43 Aggiornato il 11 Set. 2019 alle 02:21

    Dopo gli attacchi del 22 marzo all’aeroporto e alla metropolitana di Bruxelles, è ricominciato il circo mediatico post-attentato perpetuato da terroristi che millantano di essere musulmani, e siamo di nuovo tutti sotto processo. A costo di essere ripetitiva, ve lo dico di nuovo.

    Ve lo dico di nuovo, not in my name.

    Ve lo dico di nuovo, l’Islam e il terrorismo sono due cose separate.

    Ve lo dico di nuovo, non esiste il “noi” e il “voi”, ma solo il “noi”, umani, e il “loro”, terroristi.

    Ve lo dico di nuovo, non è colpa mia o dei giovani musulmani europei come me. Se la colpa è di qualcuno, è di tutti noi. La società che ha permesso la creazione di ghetti, il mancato processo di integrazione, i politici e giornalisti sciacalli che strumentalizzano le nostre tragedie per dividerci.

    Ve lo dico di nuovo, restiamo uniti.

    Ve lo dico di nuovo, anch’io ho paura.

    Ve lo dico di nuovo, gli assassini non hanno religione.

    Ve lo dico di nuovo, il nemico non viene da fuori, è già dentro l’Europa.

    Ve lo dico di nuovo, i rifugiati che bussano alle nostre porte stanno fuggendo proprio da questi terroristi. Fuggono da paesi in cui attentati come quelli di ieri a Bruxelles sono all’ordine del giorno.

    Ve lo dico di nuovo, mi dissocio dal terrorismo del sedicente Stato Islamico.

    Ve lo dico di nuovo, perché c’è chi continua a chiedermi di farlo.

    Ve lo dico di nuovo, perché so che avete bisogno di sentirmelo dire.

    Ve lo dico di nuovo, ma questa volta, vi prego, ricordatevelo.

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